Architetto e designer, dopo la formazione in G&R Associati apre nel 1982 il suo studio a Milano con Mario Piazza e Guglielmo Ghizzardi. Con Ghizzardi fonda poi A+G (1994-2019). Consulente per case editrici, istituzioni pubbliche, gruppi industriali e commerciali, è esperto in brand design (con oltre 150 progetti di visual identity realizzati), progettazione editoriale e allestimenti (con più di 80 mostre in Italia e all’estero). Docente di Visual design in Università e scuole di design in Italia e all’estero, da oltre trent’anni combina la sua attività professionale e accademica con la curatela di iniziative nell’ambito della cultura visuale e la saggistica sui temi del visual design.
Dal mare a Helmut Newton e ritorno in sedici tappeti illustrati.
Scriveva Bruno Munari in Il mare come artigiano : «Tu butti qualcosa al mare, e il mare (dopo un tempo imprecisato e imprecisabile) te lo restituisce lavorato, finito, levigato, lucido o opaco secondo il materiale, e anche bagnato perché i colori sono più vivaci. (...) Lui fa solo pezzi unici e irripetibili, come le opere d’arte». Luca Barcellona, Francesca Bazzurro e Luciana Meazza, Beppe Giacobbe, Valentina Grilli, Guido Scarabottolo, Carlo Stanga, Michele Tranquillini e Francesca Zoboli hanno realizzato opere di grandi dimensioni su ritagli della moquette impiegata per la mostra Helmut Newton Legacy (Palazzo Reale, Milano, 2023). Una moquette ottenuta dal riciclo di rifiuti in plastica recuperati nel mar Mediterraneo: di quei 1.300 mq utilizzati, 1000 mq sono stati reimmessi al consumo, 100 mq in riciclo e 200 mq sono stati consegnati agli artisti che ne hanno fatto delle vere e proprie opere d'arte.
Giovedì 23 le mostre in Milano Certosa District saranno aperte dalle 13.30 alle 18.00
Un esempio di economia circolare e creatività: da una grande mostra a Palazzo Reale un’alleanza tra un’azienda, un designer, otto artisti e la fondazione Healthy Seas.
Con Maria Giovanna Sandrini (Aquafil) e Samara Croci (Healthy Seas).
Dopo gli Stati generali Il paradigma di Wassily, svoltosi nel 2022 con la partecipazione di ventuno istituzioni dell’alta formazione, BIG chiama le Università e le Scuole di Visual Design a confrontarsi sul tema dell’impatto dell’Intelligenza Artificiale nel percorso di formazione della prossima generazione di Visual designer. La penetrazione accelerata dell’Intelligenza Artificiale nelle pratiche umane come (s)travolgerà il bagaglio culturale, teorico e tecnico dei progettisti che opereranno nella società del futuro? Prepararsi all’impatto...
Dal 1945, AIAP - Associazione italiana design della comunicazione visiva, è la più importante associazione italiana per la promozione, la tutela e lo sviluppo della professione e della cultura del progetto grafico. Insieme ai suoi soci, Aiap promuove la cultura e la professionalità del design della comunicazione visiva, collaborando con gli attori della formazione e dell’impresa, custodendo la storia del progetto grafico italiano nel Centro di Documentazione sul Progetto Grafico.
Aiap BIG Community 2024 è un evento promosso da AIAP, aperto a grafici e designer soci, il cui scopo è individuare e dare visibilità ad una selezione dei più rilevanti progetti di comunicazione visiva, e di accrescere il senso di comunità (crescita collettiva, scambio, riflessione, studio, sperimentazione, innovazione) del design della comunicazione. E’ anche la mise en scène dell’oggetto di comunicazione: i progettisti selezionati, ed eventualmente la loro Committenza, saranno invitati a presentare a rotazione il loro lavoro in 10 minuti di tempo ciascuno, di fronte a un pubblico in continuo movimento. Un momento d’incontro che mette in luce contenuti e motivazioni, spesso rivelando un mondo nascosto: il retroscena del risultato finale, fatto di fermenti e impulsi, di dialogo con la committenza, di intuizioni ed evoluzioni inaspettate.
Alessia Alberti è una storica dell'arte specializzata nella storia del disegno e dell'incisione. E' conservatore del Gabinetto dei Disegni e della Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli" al Castello Sforzesco di Milano, dove si occupa di catalogazione e della messa in linea di inventari digitali del ricchissimo patrimonio degli istituti.
L’incontro è sviluppato in tre momenti connessi che intendono condividere, soprattutto con i giovani professionisti e studenti, una metodologia di ricerca e di progetto che abbia come punto di partenza documenti grafici e fonti documentarie. L’incontro si svolge e prende avvio dalle collezioni della Civica Raccolta di Stampe A. Bertarelli per poi presentare recenti pubblicazioni, ricerche e mostre che affrontano la questione delle fonti con metodi e prospettive diverse: la collana Antologia di cultura grafica di Lazy Dog Press, il progetto The Sources of Jan Tschichold’s “the New Typography” di ECAL, e IDA Investigating Digital Archives, un progetto di ISIA Urbino sulle fonti documentarie per la comunicazione visiva disponibili in rete
Andrea Amato è un art director e type designer. Si laurea al Politecnico di Milano con una tesi sulla storia dei sanserif e collabora con Matteo Thun & Partners e Massimo Pitis. È titolare dello studio Tipiblu, specializzato in progetti editoriali e identità visive. Nel 2017 pubblica Sempione, il primo dei caratteri Tipiblu per la Fonderia. Insegna tipografia e type design all'Accademia Belle Arti Santa Giulia di Brescia, ed è professore a contratto alla Raffles di Milano. È membro di CAST Foundry e suo direttore artistico dal 2018.
Fontstand, in collaborazione con BIG, porta a Milano un'estensione del suo ciclo di conferenze internazionali sulla tipografia.
Cinque relatori provenienti da rinomate fonderie italiane e membri di Fontstand condivideranno il palco in queste tre ore di conferenze su caratteri e tipografia. Presentata da Silvana Amato, Presidente di AGI Italia, la conferenza prevede gli interventi di Beatrice D'Agostino, Matteo Bologna (muccaTypo), Cosimo Lorenzo Pancini (Zetafonts), Andrea Amato (CAST) e Giulio Galli (CAST), con una breve introduzione del socio di Fontstand Andrej Krátky.
Progettare caratteri significa mettere a disposizione dei designer strumenti di comunicazione. Significa anche costruire delle segni pensati per la lettura: ma le scelte dei type designer influenzano la lettura? Possiamo davvero progettare qualcosa che garantisca una leggibilità ottimale e nello stesso tempo siano forme comunicative? Dagli studi sulla leggibilità alla tradizione tipografica, un percorso che lascia aperte ai designer infinite possibilità.
Silvana Amato vive a Roma dove si occupa prevalentemente di grafica editoriale sviluppando, in particolare, progetti in ambito culturale. I suoi lavori sono conservati in numerose collezioni pubbliche internazionali. Ha curato diverse mostre sul tema della scrittura. Ha svolto, dal 2002, attività di docenza in svariate università tra le quali la Sapienza, lo Iuav e la Naba. Attualmente insegna all’ISIA di Urbino. È tra i condirettori della collana Scritture. È presidente dell’AGI Italy (Alliance Graphique Internationale).
Fontstand, in collaborazione con BIG, porta a Milano un'estensione del suo ciclo di conferenze internazionali sulla tipografia.
Cinque relatori provenienti da rinomate fonderie italiane e membri di Fontstand condivideranno il palco in queste tre ore di conferenze su caratteri e tipografia. Presentata da Silvana Amato, Presidente di AGI Italia, la conferenza prevede gli interventi di Beatrice D'Agostino, Matteo Bologna (muccaTypo), Cosimo Lorenzo Pancini (Zetafonts), Andrea Amato (CAST) e Giulio Galli (CAST), con una breve introduzione del socio di Fontstand Andrej Krátky.
Un percorso espositivo che mette in luce come nasce e si sviluppa il disegno dei libri, che nel caso specifico di Silvana Amato si centra su un processo creativo che unisce idea e materialità su uno stesso piano, recuperando così un principio di artigianalità raffinata affiancato a una costante ricerca culturale. Una progettualità attenta alla situazione specifica ma anche creatrice di piccole grandi opere fantastiche di notevole poesia e sensibilità. In mostra una cinquantina di stampe di copertine delle collane di libri da lei curate per varie case editrici o istituti culturali (Laterza, 66thand2nd, Nuova consonanza, e così via) sono accompagnate dalle relative didascalie visive che le descrivono dal punto di vista della grafica. Sono inoltre esposti altri progetti editoriali in cui si esprimono le potenzialità della sperimentazione intorno alla forma della scrittura, oggetti che offrono uno sguardo a tutto tondo sulla ricerca grafica sempre curiosa e attenta della designer.
La mostra proseguirà fino al 30 maggio.
Paola Antonelli è entrata a far parte del Museum of Modern Art nel 1994 ed è Curatore Senior del Dipartimento di Architettura e Design, nonché Direttore Fondatore del MoMA per la Ricerca e lo Sviluppo. Il suo lavoro indaga il design in tutte le sue forme, dall'architettura ai videogiochi, spesso estendendo il suo campo d'indagine a oggetti e pratiche trascurate. Le sue mostre, le sue conferenze e i suoi scritti contemplano l'intersezione e l'interazione del design con altri campi (dalla tecnologia e dalla biologia alla cultura popolare) e con la vita, quella degli individui, delle comunità, di tutte le specie e pianeti. Il suo obiettivo è promuovere la comprensione del design affinché la sua influenza positiva sul mondo sia riconosciuta universalmente.
Architetta formatosi al Politecnico di Milano e pasionaria del design, Antonelli è stato nominato dalla rivista TIME una dei 25 visionari del design più incisivi al mondo. Ha ottenuto il Design Mind Smithsonian Institution's National Design Award, è stata inserita nella US Art Directors Club Hall of Fame e ha ricevuto, tra gli altri riconoscimenti, la medaglia d'oro dell'AIGA (American Institute of Graphic Artists), la London Design Medal e il German Design Award.
Antonelli ha curato mostre al MoMA e in altre istituzioni internazionali, ha tenuto conferenze in tutto il mondo, dal TED al World Economic Forum di Davos, e ha scritto numerosi saggi e libri. Antonelli ha curato mostre al MoMA e in altre istituzioni internazionali, ha tenuto conferenze in tutto il mondo, dai TED al World Economic Forum di Davos, e ha scritto numerosi saggi e libri. Seguono, tra le altre, la XXII Triennale di Milano Broken Nature del 2019, dedicata all'idea di design riparativo, e le mostre del MoMA Never Alone (2022, sui videogiochi e altri design interattivi) e Life Cycles (2023, sui materiali del design contemporaneo). Attualmente Paola sta lavorando a Design Emergency, il podcast e il progetto Instagram che ha co-fondato con Alice Rawsthorn nel 2020 per evidenziare il ruolo del design come chiave per la costruzione di un futuro migliore per tutti, e sta producendo i suoi rinomati MoMA R&D Salons, incontri tematici che dimostrano il potenziale dei musei come dipartimenti di ricerca e sviluppo per la società.
Paola Antonelli © 2021 The Museum of Modern Art, New York. Photo: Peter Ross
Il concetto novecentesco di Good Design, in tutte le sue diverse articolazioni - funzionalità ben definita, eleganza pulita, semplicità, convenienza - è stato un passo avanti nella progettazione di un mondo migliore, ma era ancora incentrato sui singoli esseri umani e non si occupava della considerazione dell'equità e della sostenibilità che oggi consideriamo imperative. Il design per il bene comune è una dimensione completamente diversa della teoria e della pratica, che esploreremo insieme.
L'evento è su prenotazione obbligatoria.
Venerdì 24 | 15.00/16.00/17.00
Sabato 25 | 10.00/11.00/12.00
Domenica 26 | 10.00/11.00/12.00
In occasione di BIG Biennale Internazionale Grafica 2024 l’Associazione Giancarlo Iliprandi apre al pubblico e mostra il luogo di lavoro e le opere di un maestro della grafica italiana. Si tratta dello studio professionale dove Iliprandi ha operato dagli anni settanta al 2016, al piano terreno di un edificio di Gio Ponti in via Vallazze 63. L’interno dello studio è rimasto inalterato e mostra un racconto della produzione grafica di Iliprandi.
Entrata gratuita con prenotazione obbligatoria alla mail info@giancarloiliprandi.net indicando orario e numero di persone, massimo 8 per visita.
tel. 02 70600843
AWDA è un progetto avviato nel 2012 da Cinzia Ferrara, Laura Moretti e Daniela Piscitelli. Le attuali curatrici sono Cinzia Ferrara, Laura Moretti e Carla Palladino, insieme a un team under 30: Alice Bianco, Costanza De Luca, Angelica D’Errico, Benedetta De Rossi, Elia Maniscalco, Bianca Sangalli Moretti, Lucia Tonelli.
Project Leader: AIAP
Institutional Partner: ICoD
In mostra i lavori selezionati e premiati nella quinta edizione del premio internazionale Aiap Women in Design Award con un focus su AWDA for Rights! incentrato su progetti che affrontano temi sociali come diritti, lavoro femminile, disparità, che esplorano il potere politico del design. In uno spazio dedicato incontreremo ogni giorno designer, ricercatrici, attiviste per ampliare il network AWDA.
Giovedì 23 le mostre in Milano Certosa District saranno aperte dalle 13.30 alle 18.00
Miscela è il salotto AWDA nel Certosa Design District dove si può partecipare liberamente a brevi incontri con attivist*, femminist*, designer e progettist*, per dialogare insieme e scambiarsi idee in un'atmosfera informale e stimolante.
Proprio come una miscela di caffè pregiati dà vita a un aroma intenso e sfaccettato, così i nostri incontri di Miscela mescoleranno esperienze e punti di vista su temi del nostro tempo.
Lo sponsor ufficiale di Miscela è MOAK, partner di BIG e rinomato produttore di caffè italiano, che fornirà ad AWDA la possibilità di offrire un momento di pausa e di ricarica degustando un caffè d'eccellenza durante le chiacchierate.
Segui il programma giornaliero sui social AWDA, unisciti alla Miscela e noi ti offriamo un caffè!
Venerdì 24 Maggio ore 11:00 — Incontro con Partecipanti AWDA 5th
Venerdì 24 Maggio ore 15:00 — Incontro con Sambu Buffa - Marketing inclusivo e plurale
Sabato 25 Maggio ore 11:00 — Incontro con Giulia Bardelli - Studio ButMaybe
Sabato 25 Maggio ore 15:00 — Incontro con Gianluca Seta - Lanifico Leo
Domenica 26 Maggio ore 11:00 — Incontro con Cláudia Alexandrino - Illustrations Ladies Milano
Domenica 26 Maggio ore 15:00 — Incontro con Paolo Iabichino - Iabicus
Luca Barcellona, Milano classe 1978, è un artista, graphic designer e un nome di riferimento nel mondo della calligrafia moderna. Formatosi come writer e grafico, ha fatto parte del movimento hip hop degli anni ’90, contribuendo come MC alla scrittura di diversi classici del genere e alla scena del writing italiano. Appassionato di scrittura da sempre, approda alla calligrafia professionale nel 1999 cimentandosi in ogni campo del lettering, dal type design, al letterpress e all’incisione, fino alle sperimentazioni con la realtà virtuale, facendo convivere la manualità di un'arte antica come la scrittura con i linguaggi e gli strumenti dell'era digitale. Hanno richiesto i suoi lettering molti fra i maggiori brand nei settori della moda e dell’abbigliamento, della discografia, della cinematografia, del teatro ed dell’editoria, oltre ad aver lavorato per importanti committenze museali. Insegna calligrafia dal 2007 con l'Associazione Calligrafica Italiana e nelle principali scuole di design (IED, NABA, Domus Academy) ed è docente di lettering e calligrafia presso la Raffles Design Milano dal 2017. Ha tenuto workshop e conferenze in tutto il mondo per diffondere la cultura calligrafica e il suo lavoro nella scrittura, tra cui USA, Canada, Giappone, Australia, Brasile e Argentina, Messico e Turchia.
I dischi di library music sono perlopiù sconosciuti al grande pubblico, eppure esistono dalla fine degli anni ’30 e hanno visto cimentarsi fra i loro solchi compositori e musicisti di eccellenza. Parliamo di musica tematica prodotta per la tv e la radio e del bisogno di creare commenti sonori di ogni tipo e per i più svariati scopi: dal musicare un documentario, uno sceneggiato o uno spot pubblicitario, senza dover necessariamente produrre una colonna sonora ad hoc. La loro irreperibilità, data dal fatto che non fossero in commercio, ha reso i vinili originali fra gli oggetti più ricordati dai collezionisti. Ma un altro aspetto più oscuro ed interessante, sono le grafiche delle copertine: non esiste un immaginario specifico per la musica che viene composta, lo si deve pensare da zero. In questi dischi c’è quindi la libertà massima compositiva sia dal punto di vista musicale, spesso guidato solo da un tema deciso a priori, ma anche dal punto di vista grafico: alcune serie presentano grafiche molto basiche, dove cambia solo il titolo o il colore, altre presentano soluzioni incredibilmente estrose e creative, al limite dell’immaginabile. Luca Barcellona, artista calligrafo ma anche accanito collezionista, seleziona e mette in mostra 100 delle migliori e più rappresentative cover di library direttamente dalla sua collezione personale, per riportare alla luce questi capolavori dal forte impatto grafico e visivo.
Giovedì 23 le mostre in Milano Certosa District saranno aperte dalle 13.30 alle 18.00
Con il nome "library music" si intendono tutti quei dischi creati appositamente per tv e per le radio, destinata alla sincronizzazione e al commento di documentari, pubblicità e programmi di tutti i tipi. Musica dei generi più disparati, dal jazz al funk più spinto, spesso composto da musicisti di alta caratura che operavano sotto pseudonimi, e terreno ideale per i musicisti, dare sfogo alle più incredibili e libere sperimentazioni. Non essendo dischi destinati al commercio, i vinili originali del periodo ’70-’80 sono oggi rari oggetti ricercati dai collezionisti, ma vengono anche ristampate e ascoltate dalle nuove generazioni. Luca Barcellona e Andrea Fabrizii, entrambi appassionati conoscitori di questo genere, ci accompagnano alla scoperta del meraviglioso mondo delle library, che oltre ad essere protagoniste della mostra dedicata alla grafica delle copertine, ci sveleranno segreti e retroscena di questo mondo sommerso e affascinante, seguito da un Dj Set in vinile in cui selezioneranno i pezzi migliori direttamente dalle loro collezioni personali. Da non perdere!
Dj Set di Luca Barcellona e Andrea Fabrizii a seguito del talk Library Music: un viaggio nella musica oscura e sconosciuta
Jonathan Barnbrook è un graphic designer inglese noto per il suo lavoro innovativo nel campo della tipografia, per l'attivismo nel design e per le sue collaborazioni con icone culturali come David Bowie. Nel corso della sua carriera, Barnbrook ha sfidato le norme convenzionali del design, spingendo i confini della tipografia e della comunicazione visiva. Ha ottenuto un ampio riconoscimento per i suoi progetti sovversivi e politici, che spesso criticano il consumismo, la cultura aziendale e l'ingiustizia sociale. Una delle collaborazioni più importanti di Barnbrook è stata quella con la leggenda della musica David Bowie, per il quale ha disegnato copertine di album come Heathen, Reality e l'iconico Blackstar, pubblicato poco prima della morte di Bowie nel 2016. Il lavoro con Bowie ha ulteriormente consolidato la sua reputazione di designer visionario. Oltre al suo lavoro commerciale, Barnbrook è anche impegnato nel design per l'attivismo, utilizzando il suo talento per sensibilizzare l'opinione pubblica su importanti questioni sociali. Si è fatto portavoce delle responsabilità dei designer nel plasmare il mondo che li circonda e ha contribuito a progetti che sostengono la sostenibilità ambientale, i diritti umani e la libertà di espressione.
La conferenza di Barnbrook abbraccerà più di 35 anni di lavoro, con particolare attenzione alle sue collaborazioni con David Bowie per le copertine di album come The Next Day e Blackstar. Esplorerà anche la questione se i designer possano influenzare il cambiamento della società attraverso il loro lavoro, evidenziando i suoi contributi al collettivo anti-pubblicità Adbusters. Inoltre approfondirà le sue prime incursioni nel design dei caratteri digitali parlando della sua creazione del carattere "Mason", pubblicato da Emigre e diventato uno dei font più utilizzati dell'epoca.
A cura dell'Area Communication and Graphic Design di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti.
L'incontro sarà in lingua inglese.
Veronica Bassini è tipografa e storica dell'arte. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Storia dell'Arte all'Università degli Studi di Milano con una tesi sulle riviste illustrate e i relativi metodi produttivi nella Bologna di fine '800 e un diploma in Arti Applicate alla Scuola Civica del Castello Sforzesco in stampa d'arte avvia Anonima Impressori, un'attività di stampa tipografica tradizionale e salvaguardia del patrimonio tipografico italiano. Anonima Impressori è tuttora impegnata nel recupero e nella diffusione della cultura tipografica e delle tecniche di stampa. Dal 2018 conduce, come docente a contratto all'Università degli studi di Milano, un laboratorio di tecniche di stampa per i beni culturali e dal 2022 presso la scuola CFP Bauer (Milano) corsi di tipografia, composizione e stampa per graphic designer. Dal 2022 è dottore di ricerca in Storia dell'arte contemporanea all'Università di Genova con un lavoro sul materiale editoriale prodotto dalle gallerie d'arte private tra il 1960 e il 1980.
Bauer apre le porte del Laboratorio tipografico per una visita guidata con dimostrazione di stampa con Veronica Bassini di Anonima Impressori.
Ingresso: libero e gratuito
Ruedi Baur è designer, insegnante, ricercatore, cittadino di un "Mondo da cambiare". Fin dagli anni '80, Ruedi Baur ha concepito la sua attività di designer nel contesto di uno spazio civico da trasformare. Lavorando inizialmente come grafico per molte istituzioni culturali, negli anni '90 ha avviato un insegnamento transdisciplinare basato su una ricerca critica della cultura del design, alimentata dalle esperienze pratiche sviluppate nei suoi workshop. Rivendicando un design già da subito interdisciplinare, ha creato la rete Integral nel 1989 e ha gestito i laboratori fino al 2023: Integral Ruedi Baur, Parigi, Zurigo e Berlino, poi Integral designers. Nel 2004 ha creato e diretto con la sociologa Vera Baur allo ZHdK di Zurigo l'istituto Design2context, poi nel 2011 l'Istituto per la ricerca critica nel design Civic-City; nel 2018 la start-up 10-billion-human university. La sua bibliografia permette di seguirne il percorso, in particolare con libri come Architecture-graphics (1998), Des-Orientation 1 e 2 (2008-09), Signs for Peace, an impossible visual Encyclopedia (2012), Facing the territorial brand (2013), A World to change (2017) And suddenly the world was immobilized (2020) ...
School of Non-Knowledge Exhibition
Bringing together projects from thirty different universities, design schools and design groups from all over the world, the Scuola del Non Sapere exhibition at BIG, Biennale Internazionale Grafica, is a small extract from this enormous confrontation with all the things we don't know, what we don't want to know, and what we have voluntarily or involuntarily forgotten. At a time when the world's leaders continue to assert that they don't know, it's up to designers to make these uncertainties intelligible, as well as to reveal these pretenses, to represent them, to make them explicit, and to consider them as a necessary basis for any truly democratic debate, as well as for any creation. The exposition presents several of this pedagogical panels done by the students of Communication and Graphic Design Area of NABA, Nuova Accademia di Belle Arti.
https://civic-city.org/nonsapere/
Curated by the Communication and Graphic Design Area of NABA, Nuova Accademia di Belle Arti and by Ruedi & Vera Baur and Susanna Cerri, Civic-City.
In questi tempi di crisi, guerra e incertezza ecologica, il design non può continuare a supportare ciecamente la società consumistica. Ruedi Baur, con l’aiuto di progetti realizzati in varie strutture (Integral designers, 10 milliards humains, Civic city e École du non-savoir), presenterà queste domande riguardo agli atteggiamenti e metodi connessi al design. Il talk verrà moderato da Vincenzo Estremo - Course Leader - PhD in Artistic Practice in NABA, Nuova Accademia di Belle Arti. A cura dell’Area Communication and Graphic Design di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti.
Cristian Boffelli nasce a Vaprio d’Adda, nel 1972. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1996. Nel 2002, insieme ad altri 4 artisti artigiani, fonda la cooperativa sociale L.P.K, che si occupa di attività creative nell’ambito della disabilità psicofisica e dove gli strumenti di lavoro sono la ceramica, la pittura e l’incisione. Ha inoltre intrapreso una carriera personale nella ricerca artistica che lo vede coinvolto in vari progetti espositivi in Europa, Giappone, India, Brasile e Stati Uniti. Attualmente vive tra Italia e Giappone.
Giovedì 23 | 15.00 — 20.00
Venerdì 24 | 10.00 — 20.00
Sabato 25 | 14.00 — 20.00
Domenica 26 | 10.00 — 18.00
Libro d’artista liberamente ispirato a L’uomo-scatola di Kōbō Abe, nella traduzione di Antonietta Pastore (Einaudi, 1992); contiene 10 incisioni di Cristian Boffelli e Maura Cantamessa, si apre con un breve testo della traduttrice (Bergamo e Tokyo, 2019-2023).
Boffelli e Cantamessa sono artisti italiani, amici incisori da molti anni, che fanno vivere la loro passione per la cultura giapponese e per la stampa d’arte confrontandosi con le parole di Kōbō Abe e il suo romanzo L’uomo-scatola.
La misteriosa semplicità del procedere del testo, fa vivere, dentro una scatola, la timidezza di un uomo nascosto dal mondo e curioso del mondo.
Il linguaggio scelto è quello della stampa d’arte: xilografie, calcografie e serigrafie affiancate o sovrapposte alle parole dell’autore in italiano e in giapponese, alla ricerca di un’immagine nuova, altra, che sappia dire la poesia dei tre autori in dialogo tra loro.
Il libro d’artista, raccolto in una scatola, non rilegato, si sfoglia creando un ritmo di lettura fatto di pieni, vuoti, parole, macchie scure e tracce colorate con l’intento di restituire la poesia dell’essere umano, la sua profonda bellezza.
L’esposizione ripropone matrici e stampe che dialogano tra loro e con il testo scritto. I fogli a stampa appesi alla parete rimandano alla leggerezza delle pagine adattandosi anche al contesto in cui sono esposte.
Matteo Bologna è il fondatore e direttore creativo dello studio di branding con sede a Brooklyn, Mucca, una personalità singolare il cui background multidisciplinare in architettura, grafica, illustrazione e tipografia lo ha aiutato a costruire una delle aziende più rispettate nel design degli Stati Uniti. Nel corso della sua celebre carriera, l'approccio progettuale di Matteo ha guadagnato forti partnership con i clienti in innumerevoli settori, da startup, piccoli rivenditori e potenze di bellezza all'ospitalità, dove ha progettato per vari rinomati hotel e ristoranti. Tra cui Sephora, Barnes & Noble, Target, WeWork, Rizzoli Libri, Whole Foods, Shinsegae, Glyphs, Chora Media e molti altri. Matteo è anche un ex membro del consiglio di amministrazione di AIGA/NY, professore alla School of Visual Arts e, Kean University e presidente emerito del Type Directors Club.
Fontstand, in collaborazione con BIG, porta a Milano un'estensione del suo ciclo di conferenze internazionali sulla tipografia.
Cinque relatori provenienti da rinomate fonderie italiane e membri di Fontstand condivideranno il palco in queste tre ore di conferenze su caratteri e tipografia. Presentata da Silvana Amato, Presidente di AGI Italia, la conferenza prevede gli interventi di Beatrice D'Agostino, Matteo Bologna (muccaTypo), Cosimo Lorenzo Pancini (Zetafonts), Andrea Amato (CAST) e Giulio Galli (CAST), con una breve introduzione del socio di Fontstand Andrej Krátky.
Brandizzare una sala ristorazione con più di 14 locali, oltre 400 prodotti e un mercato e negozio di alimentari, usando solamente un font e senza renderlo noioso. Un singolo font può avere un incredibile potenziale di costruzione del marchio, specialmente se spinto al limite. Non esiste un esempio migliore se non ciò che ha fatto Tin Building con il nuovo marketplace dello chef pluristellato Jean-Georges Vongerichten, presso la ex sede dello storico Fulton Fish Market di New York, con 14 locali tra cui ristoranti e due negozi di alimentari e la vendita di carne, formaggi, pesce e generi alimentari di provenienza locale. I vari marchi e le grafiche celano un unico font attraveso l’esteso complesso, rappresentando una vasta gamma di voci, culture, toni e usi, semplificando come ciascun font abbia applicazioni illimitate che possono aiutare a creare interi mondi. Presentato dal fondatore di Mucca, Matteo Bologna, questo talk sarà incentrato sulla creazione del No Exit Octagonal di Tin Building (un carattere personalizzato ispirato ai venditori del passato del Fulton Fish Market) e il suo ampio e variegato uso attraverso il brand e i sub-brand (dalla segnaletica al digitale al packaging e molto altro), mostrando la potenza e la flessibilità della costruzione di un brand su un unico carattere.
In questo corso di due giorni imparerai le basi per la progettazione e la generazione di un font variabile con il software per la progettazione di font Glyphs (solo per Mac). Passa oltre la scelta dello stesso carattere dal menu dei caratteri per creare il tuo!
Nella prima giornata impareremo le basi per disegnare e generare un font e lo useremo in un’app Adobe o in un browser. Nel pomeriggio, aggiungeremo ulteriori lettere al font, imparando come distanziarle, aggiungere segni diacritici e punteggiatura. (È possibile acquistare un biglietto solamente per questa giornata).
Nella seconda giornata aggiungeremo più lettere, progetteremo una versione in grassetto dello stesso carattere, creeremo un font variabile e lo animeremo in un browser.
Alla fine della lezione non avrai probabilmente un font finito, ma sarai a un inizio di tutto rispetto e avrai una conoscenza approfondita di come vengono realizzati i font. E forse diventerai un fanatico del type design. Sei stato avvertito.
23 maggio | Aula C0.4 dalle 9.00 alle 12.30 / aula A0.3 dalle 14.00 alle 17.00
24 maggio | Aula T.1.1 dalle 9.00 alle 17.00
Bonvini 1909 è un’impresa culturale e creativa nata dal recupero dell’antica Cartoleria e Tipografia Fratelli Bonvini Milano, storica bottega fondata nel 1909.
Aperto da martedì a sabato | 10.30 — 13.00 / 14.00 — 19.30
In mostra più di 60 opere di Beppe Giacobbe, molte inedite. Alla serie dei Ritratti accidentali, commentata da Edgardo Franzosini, si aggiungono le collaborazioni per La Lettura dal 2012 ad oggi e altre immagini realizzate per mostre e copertine editoriali.
Un lavoro «sottrattivo ed essenziale» (Franco Achilli dal catalogo della Mostra) che interpretando e traducendo, genera sempre nuove domande e nuove metafore.
«Un’illustrazione c’è anche quando non c’è. Fa sentire la sua necessità, prepara la sua apparizione» (Marco Del Corona dal catalogo della Mostra).
La mostra inaugurerà l'8 maggio e proseguirà fino al 13 luglio.
Valeria Bucchetti è Visual designer, Phd in Design. È professoressa ordinaria di Design (Politecnico di Milano), coordinatrice del Corso di Studi in Design della comunicazione, docente di Design della comunicazione e Culture di genere. È membro del Collegio di Dottorato in Design, del consiglio scientifico del Centro di Ricerca Interuniversitario Culture di Genere, del comitato di redazione della collana Design della comunicazione (FrancoAngeli). Ha ricevuto il premio Compasso d’Oro (1998) come co-autrice del catalogo multimediale per il Museo Poldi Pezzoli.
Valeria Bucchetti, Cinzia Ferrara, Carlo Martino, Paolo Tamborrini, referenti del gruppo di ricerca “Design della comunicazione” di SID (Società Italiana di Design) dialogano sul tema insieme a giovani ricercatori e ricercatrici sulle forme di sperimentazione che l’università promuove a supporto delle linee evolutive della disciplina.
40 manifesti in mostra, realizzati dalla comunità di studenti di design della comunicazione per essere parte attiva nella lotta contro la violenza di genere, tema di rilevanza sociale, attuale e urgente. Tramite una call for poster i/le giovani progettisti/e hanno avuto modo di far sentire la propria voce mettendo in campo gli strumenti, i metodi e i linguaggi propri della grafica per contrastare e prevenire le molteplici forme di violenza agite dagli uomini contro le donne.
Mostra a cura di Francesca Casnati, Dipartimento di Design, Politecnico di Milano
Progetto a cura di DCxCG - Design della comunicazione per le culture di genere; responsabile scientifico: Valeria Bucchetti, Dipartimento di Design, Politecnico di Milano
La mostra proseguirà fino al 28 giugno.
Maura Cantamessa si diploma all’Accademia di Belle Arti Brera. Studia incisione calcografica dal 1989 lavorando sul concetto di incisione legato alla parola e al libro. Dal 1997 al 2007 è titolare di Edizioni El Bagatt, casa editrice attenta alla produzione di libri d’artista a tiratura limitata. Molte le sue collaborazioni con poeti e scrittori, tra cui Fabrizio De André, Claudio Magris, Yves Bonnefoy e Dario Fo, per la creazione di libri d’artista che costituiscono il suo variegato percorso di ricerca. Vive e lavora a Bergamo.
Giovedì 23 | 15.00 — 20.00
Venerdì 24 | 10.00 — 20.00
Sabato 25 | 14.00 — 20.00
Domenica 26 | 10.00 — 18.00
Libro d’artista liberamente ispirato a L’uomo-scatola di Kōbō Abe, nella traduzione di Antonietta Pastore (Einaudi, 1992); contiene 10 incisioni di Cristian Boffelli e Maura Cantamessa, si apre con un breve testo della traduttrice (Bergamo e Tokyo, 2019-2023).
Boffelli e Cantamessa sono artisti italiani, amici incisori da molti anni, che fanno vivere la loro passione per la cultura giapponese e per la stampa d’arte confrontandosi con le parole di Kōbō Abe e il suo romanzo L’uomo-scatola.
La misteriosa semplicità del procedere del testo, fa vivere, dentro una scatola, la timidezza di un uomo nascosto dal mondo e curioso del mondo.
Il linguaggio scelto è quello della stampa d’arte: xilografie, calcografie e serigrafie affiancate o sovrapposte alle parole dell’autore in italiano e in giapponese, alla ricerca di un’immagine nuova, altra, che sappia dire la poesia dei tre autori in dialogo tra loro.
Il libro d’artista, raccolto in una scatola, non rilegato, si sfoglia creando un ritmo di lettura fatto di pieni, vuoti, parole, macchie scure e tracce colorate con l’intento di restituire la poesia dell’essere umano, la sua profonda bellezza.
L’esposizione ripropone matrici e stampe che dialogano tra loro e con il testo scritto. I fogli a stampa appesi alla parete rimandano alla leggerezza delle pagine adattandosi anche al contesto in cui sono esposte.
Professoressa associata presso il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano. La progettazione editoriale, riletta attraverso il paradigma traduttivo, costituisce uno dei temi al centro delle sue attività di ricerca e sperimentazione progettuale. È co-curatrice del volume Design è traduzione (Franco Angeli, 2016) che ha ricevuto una menzione d'onore alla XXV edizione del Compasso d'Oro ADI.
Attraverso tre dialoghi si propone uno scambio tra diverse generazioni di designer dalla comunicazione per offrire una panoramica sulle molteplici traiettorie professionali degli ultimi vent’anni e per discutere delle trasformazioni della disciplina, tra teoria, formazione e pratica. Un’opportunità per arricchire la propria conoscenza, fare rete, trarre ispirazione. Iniziativa a cura del Corso di Studi in Design della comunicazione, Politecnico di Milano
Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, la sua area di interesse si colloca all’intersezione tra Design della comunicazione, Gender Studies e Feminist Studies. Dal 2018 è membro del gruppo di ricerca DCxCG, Design della Comunicazione per le Culture di Genere, e collabora con il Centro di Ricerca Interuniversitario Culture di Genere. È coordinatrice del progetto “We say stop. La grafica per contrastare la violenza contro le donne”.
40 manifesti in mostra, realizzati dalla comunità di studenti di design della comunicazione per essere parte attiva nella lotta contro la violenza di genere, tema di rilevanza sociale, attuale e urgente. Tramite una call for poster i/le giovani progettisti/e hanno avuto modo di far sentire la propria voce mettendo in campo gli strumenti, i metodi e i linguaggi propri della grafica per contrastare e prevenire le molteplici forme di violenza agite dagli uomini contro le donne.
Mostra a cura di Francesca Casnati, Dipartimento di Design, Politecnico di Milano
Progetto a cura di DCxCG - Design della comunicazione per le culture di genere; responsabile scientifico: Valeria Bucchetti, Dipartimento di Design, Politecnico di Milano
La mostra proseguirà fino al 28 giugno.
Francesco Ceccarelli nasce a Modena, 1971. è architetto, Art director, Book designer. Dal 2006 è co-fondatore e direttore creativo di Bunker e dal 2014 è art director di Lazy Dog, casa editrice specializzata in libri di design, tipografia, illustrazione e fotografia. Tra i clienti dello studio: Feltrinelli, Il Sole 24 Ore, Maxxi, AIE, Franco Cosimo Panini, Fondazione Reggio Children, Donnafugata, Flos, DePadova, Carraro, Saleri. Come book designer ha curato, tra gli altri, i volumi Olimpia Zagnoli – Caleidoscopio, Pittori di cinema, L’Italia insegna, Bob Noorda. Una vita nel segno della grafica, L’architettura degli alberi e Franco Fontana. Invisibile. Dal 2017 è socio senior AIAP.
Cento incontri, fortuiti e inattesi, voluti e desiderati, attraverso cui si delinea per aneddoti e immagini la biografia di Armando Milani, designer di fama internazionale, e che maggiormente hanno influenzato il suo lavoro e ispirato le sue scelte creative. A fianco alla storia di ogni incontro troviamo una foto o un lavoro in relazione al personaggio, in perfetta sintonia con lo stile espressivo di Milani: comunicare un messaggio immediato, che seduca l’occhio per arrivare al cuore. Le mollette di Vico Magistretti, le ciliegie per Jack Nicholson, il buon anno sulla spiaggia da Paul McCartney, i gol di Pelè, la stretta di mano di Muhammad Ali, i mercati di Alberto Sordi e i marinai ubriachi di Umberto Eco. Milani che balla con Mariangela Melato e sua moglie in valzer con Saul Steinberg. Ne emerge un mosaico disseminato di storie, che permette di andare in profondità non solo su quella che è la biografia di Armando Milani, ma anche sul messaggio che vuole darci, che contraddistingue le caratteristiche fondanti della sua ricerca espressiva: alla base degli incontri l’etica, l’amicizia, il desiderio e la necessità di comunicare. È anche per questo che il suo segno grafico è così speciale, perché va all’essenza delle cose, diventando così indelebile e fuori dal tempo.
Bauer apre le porte del Laboratorio tipografico per una visita guidata con dimostrazione di stampa con Veronica Bassini di Anonima Impressori.
Ingresso: libero e gratuito
Il workshop consiste nella rappresentazione di un percorso mettendone in evidenza e in relazione i dati oggettivi (itinerario di google maps, nomi delle vie, numero della carrozza, km percorsi, ecc...) e i dati soggettivi (il balcone in fiore, il manifesto pubblicitario, i nomi dei vicini di posto in metro, le foto dei palazzi che attirano l'attenzione, ecc...). I partecipanti al workshop saranno invitati a raccogliere questi input nel tragitto che faranno per raggiungere la Bauer attraverso reperti, note e foto, utili poi per comporre e stampare lo stradario. Non serve riflessione ma soltanto distrazione.
Numero massimo di partecipanti: 12
Invio CV e portfolio: entro e non oltre 13 maggio, inviando mail a comunicazionevisiva.bauer@afolmet.it
Esiti selezione: 15 maggio
Costo: gratuito
I partecipanti saranno chiamati a realizzare un lettering modulare, entrando in questo modo in contatto con i fondamenti di topografia utili per la progettazione più estesa di un carattere tipografico. Verranno selezionati e forniti moduli che attraverso la scansione da fotocopiatrice/scanner, simulando quindi la tecnica della fotocomposizione, verranno usati per comporre un lettering nuovo.
Numero massimo di partecipanti: 12
Invio CV e portfolio: entro e non oltre 13 maggio, inviando mail a comunicazionevisiva.bauer@afolmet.it
Esiti selezione: 15 maggio
Costo: gratuito
Stefano Cipolla è graphic designer e giornalista professionista. Da sempre nel mondo dei giornali: nel 2001 approda al quotidiano il Manifesto. Nel 2004 arriva al quotidiano La Repubblica, occupandosi della progettazione di sezioni e progetti speciali del giornale (La Domenica di Repubblica, R2, libri di Repubblica) e di due restyling grafici (2007 e 2014). Da febbraio 2018 è Art director del settimanale L’Espresso. È docente di Grafica editoriale, Infografica e Storia della comunicazione visiva alla Rufa - Rome University of Fine Arts, alla Scuola di Giornalismo di Urbino, al Mimaster di Milano e partecipa a convegni e workshop. Il suo lavoro è la sua passione: è convinto che lavorare con le immagini sia la fortuna più grande che possa capitare. Ed è questo che cerca di insegnare ai suoi studenti.
Presentazione di Grafica Magazine, rivista cartacea trimestrale che ha come argomento il design grafico e le discipline che ruotano intorno al mondo della comunicazione visiva. Il primo numero uscirà a settembre 2024. Si parlerà del futuro dei giornali e di editoria indipendente.
James Clough studia tipografia a Londra e dal 1971 lavora a Milano come designer, calligrafo, docente e storico della tipografia. Oltre alle sue docenze in Italia ha insegnato in Inghilterra, in diversi paesi europei e negli USA. È autore di Alfabeti di legno, 2014 (la prima storia dei caratteri di legno in Italia) e L’Italia insegna, 2015. Dal 2016–2019 scrive una rubrica settimanale su La Repubblica.
La Società Nebiolo di Torino è stata la più importante fonderia italiana di caratteri da stampa. Fra gli anni trenta e settanta del Novecento, il suo Studio artistico — guidato da Giulio Da Milano, Alessandro Butti e Aldo Novarese — ha progettato caratteri che hanno segnato la storia della grafica italiana e non solo. Una prima valutazione critica del patrimonio storico aziendale, resa finora poco agevole dalla dispersione degli archivi, è stata affrontata nel convegno internazionale Fonderia Caratteri Nebiolo, 1878–1978. Nuovi studi critici tenuto nel settembre 2021 a Torino. A organizzare il convegno e curare la recente pubblicazione degli atti è stato il gruppo Nebiolo History Project (NHP) — composto da Alessandro Colizzi, Riccardo Olocco, James Clough, Riccardo De Franceschi, Marta Bernstein e Massimo Gonzato. La pubblicazione degli atti (Lazy Dog Press, 2023) rende finalmente disponibile un’ampia panoramica delle ricerche più aggiornate su aspetti finora poco indagati della storica azienda torinese. Rivolto a studiosi, grafici, type designer, tipografi e tipofili in genere, ricco di immagini e testimonianze ben documentate, il volume Fonderia Caratteri Nebiolo, 1878–1978. Nuovi studi critici raccoglie i contributi in lingua originale dei relatori italiani e stranieri intervenuti ed è destinato a dare nuovo impulso alla ricerca storica sulla Nebiolo.
Gianluigi Colin (Pordenone, 1956) è artista, giornalista, critico e per molti anni è stato art director del Corriere della Sera, dove attualmente è cover editor de la Lettura. Figura eclettica, conduce da molti anni una ricerca artistica dal forte impegno etico servendosi di materiali esistenti tra il presente e la memoria.
Gianluigi Colin, uno dei membri fondatori del supplemento culturale del Corriere della Sera illustra la genesi di un progetto di dialogo tra arte e giornalismo, unico nel panorama internazionale.
Aldo Colonetti, filosofo, ha studiato con Gillo Dorfles e Enzo Paci. Direttore Scientifico IED(1985-2013), dal 2014 Professore chiara fama Politecnico di Milano. Direttore della rivista Ottagono (1991-2014), ha fatto parte del Comitato Scientifico della Triennale di Milano (2002-2006); del Comitato Presidenza ADI (1991-1992;1998-2002); del Consiglio Nazionale del design Mibact (2008-2011). Collabora con il Corriere della Sera; fa parte dell’Advisor Board della Fondazione 3M, della Fondazione Gualtiero Marchesi, del CDA della Fondazione Ragghianti, Lucca. Autore di saggi e curatore di mostre in Italia e all’estero.
«Il libro che sta davanti a voi e che ho sfogliato più volte credo vada letto come un sistema di associazioni proposta dall’autore e da scoprire lentamente; come nel volume, invece di proporre una indagine storica e analizzare in ordine cronologico la ricerca di Cresci, si propone un percorso diramato, articolato, denso di parentesi e nessi interni, associazioni di immagini e di modelli di lettura del reale.» (A.C. Quintavalle)
Segni migranti è la traccia grafica del segno-disegno, che convive con la realtà storica della condizione umana, ma anche con quella del migrante contemporaneo. Lasciare il Segno indica la potenza di un’azione e di un’idea convincente e forte.
Il libro di Mario Cresci contiene storie in forma di segni significanti e si presenta come un archivio di immagini personali e collettive che sono la cartina di tornasole, che vogliono funzionare come specchio che rifletta le ricerche di senso che seguono i tempi e le esperienze vissute nei singoli contesti sociali, dentro la comunità e dentro alle cose.
Il libro presenta, in 264 pagine, i progetti grafici realizzati dal 1968 al 2023 per il Piccolo Teatro e la Scala, le grandi mostre a Palazzo Reale, gli eventi culturali, i musei, le aziende dell’arredamento e importanti aziende nel settore privato. Ne risulta quindi una testimonianza visiva, attraverso gli strumenti di comunicazione, di un periodo, la seconda metà del secolo scorso fino ai primi decenni del 2000, molto importante per le attività di carattere culturale della città.
Gianluigi Colin, uno dei membri fondatori del supplemento culturale del Corriere della Sera illustra la genesi di un progetto di dialogo tra arte e giornalismo, unico nel panorama internazionale.
Mario Cresci è fotografo, visual designer e docente all’Università ISIA di Urbino. Ha indagato le potenzialità del linguaggio fotografico verificandole con le più aggiornate metodologie della ricerca artistica contemporanea. Teorizza e pratica fin dagli anni Sessanta la contaminazione tra le diverse discipline espressive: fotografia, disegno, installazione, performance, video. Dal 1974 alcune sue fotografie fanno parte della collezione del MoMA di New York.
«Il libro che sta davanti a voi e che ho sfogliato più volte credo vada letto come un sistema di associazioni proposta dall’autore e da scoprire lentamente; come nel volume, invece di proporre una indagine storica e analizzare in ordine cronologico la ricerca di Cresci, si propone un percorso diramato, articolato, denso di parentesi e nessi interni, associazioni di immagini e di modelli di lettura del reale.» (A.C. Quintavalle)
Segni migranti è la traccia grafica del segno-disegno, che convive con la realtà storica della condizione umana, ma anche con quella del migrante contemporaneo. Lasciare il Segno indica la potenza di un’azione e di un’idea convincente e forte.
Il libro di Mario Cresci contiene storie in forma di segni significanti e si presenta come un archivio di immagini personali e collettive che sono la cartina di tornasole, che vogliono funzionare come specchio che rifletta le ricerche di senso che seguono i tempi e le esperienze vissute nei singoli contesti sociali, dentro la comunità e dentro alle cose.
Elvis Crotti è informatico, turista inconsolabile, lettore appassionato. I suoi racconti si possono leggere su alcune riviste letterarie e diverse antologie. Nel maggio del 2012 è uscito il suo primo libro intitolato: Juke bok per uomini soli per Excogita Editore, Milano. 10 anni dopo per PxC editore è uscito il libro: La scuola di haiku per corrispondenza di Keta Funazaki. E’ co-fondatore della collana editoriale Orme Timide. E’ membro del gruppo di ricerca Trame Educative dell’Università degli studi Milano-Bicocca.
Incontro/laboratorio e presentazione della collana Orme Timide per PxC.
Chi progetta in PxC ha un debole per la manualità e se pensa a un libro, oltre a progettarne la tipografia come “calice di cristallo”, si chiede "che carta sceglierò, come la taglierò come la piegherò, come la cucirò?". Questo laboratorio attraverserà i tempi e i modi della creazione di un libro; dal progetto, alla composizione fino alla rilegatura finale.
Il filo rosso è anche quello che unisce e ha fatto incontrare PxC e Orme Timide, all'interno degli ampi intrecci di Trame educative, che con piacere presenta un laboratorio che ci farà entrare nel processo creativo e attraversare la testualità a più voci di un progetto corale. La collana Orme Timide si propone di creare e promuovere una serie di libri d’artista dove a parola scritta, il racconto in prosa o il componimento poetico siano il fulcro narrativo che si rinnoverà a ogni nuova pubblicazione. Parole e immagini (fotografie, collage, illustrazioni serigrafie) si fonderanno nel flusso del racconto. Ogni singolo progetto libro svilupperà ed esalterà questo legame utilizzando formati, materiali e tipi di rilegature sempre diverse, facendo convivere senza vincoli, il mondo analogico e il mondo digitale.
Orme Timide ha pubblicato tre libri d’artista in tiratura limitata/numerata a lotti ognuno composto da 50 copie.
Freelance type e graphic designer, ha studiato al Politecnico di Milano, laureandosi prima in Design della Moda e poi in Design della Comunicazione. Sviluppa la sua passione per la progettazione di caratteri a Berlino, lavorando due anni per Bureau Christoph Dunst. Dal 2016 lavora come freelance a Milano, occupandosi sia della progettazione di caratteri custom che logotipi, e più in generale di tipografia. Nel 2020 il carattere Iki Mono con Cast Foundry.
Fontstand, in collaborazione con BIG, porta a Milano un'estensione del suo ciclo di conferenze internazionali sulla tipografia.
Cinque relatori provenienti da rinomate fonderie italiane e membri di Fontstand condivideranno il palco in queste tre ore di conferenze su caratteri e tipografia. Presentata da Silvana Amato, Presidente di AGI Italia, la conferenza prevede gli interventi di Beatrice D'Agostino, Matteo Bologna (muccaTypo), Cosimo Lorenzo Pancini (Zetafonts), Andrea Amato (CAST) e Giulio Galli (CAST), con una breve introduzione del socio di Fontstand Andrej Krátky.
I caratteri sono definiti da variabili che nella loro infinita combinazione danno vita a lettere e forme sempre diverse. Cosa succede quando entra in gioco un parametro non convenzionale? La tipografia non convenzionale può diventare un metodo di insegnamento per progettisti che si avvicinano per la prima volta al mondo del type design.
I partecipanti saranno chiamati a realizzare un lettering modulare, entrando in questo modo in contatto con i fondamenti di topografia utili per la progettazione più estesa di un carattere tipografico. Verranno selezionati e forniti moduli che attraverso la scansione da fotocopiatrice/scanner, simulando quindi la tecnica della fotocomposizione, verranno usati per comporre un lettering nuovo.
Numero massimo di partecipanti: 12
Invio CV e portfolio: entro e non oltre 13 maggio, inviando mail a comunicazionevisiva.bauer@afolmet.it
Esiti selezione: 15 maggio
Costo: gratuito
Maddalena Dalla Mura, professoressa associata presso l’Università Iuav di Venezia, si occupa di storia del design e della grafica, con particolare interesse per la storiografia e la mediazione del design. È presidente dell’Associazione italiana storici del design - AIS/Design (2021-25).
Come rintracciare e fare emergere nella storia della grafica la voce di utenti, fruitori e consumatori? Quali artefatti, quali racconti e memorie vengono alla luce quando la ricostruzione storica del design diventa pubblica o sociale? Negli ultimi decenni, anche grazie alle possibilità offerte dal digitale e dalla rete, è cresciuta l’attenzione verso approcci storici più inclusivi, verso pratiche partecipative di archiviazione, verso piattaforme di divulgazione capaci di raggiungere un pubblico più ampio. In questa conversazione, promossa da AIS/Design per il ciclo Dentro le storie del design, Michele Galluzzo e Carlo Vinti, storici della grafica, si confrontano sui rischi e sulle opportunità di queste nuove prospettive, presentando e discutendo alcune esperienze già compiute in tal senso. Modera Maddalena Dalla Mura.
Riccardo è un progettista di caratteri tipografici, formatosi fra il Politecnico di Milano e l’università di Reading, UK. Vive a Londra, dove lavora come direttore creativo presso lo studio di type design Dalton Maag. La sua atttività di ricerca si concentra sui caratteri tipografici scritti del XX secolo, le loro sfide tecniche e il loro ruolo negli stampati commerciali dell'epoca.
La Società Nebiolo di Torino è stata la più importante fonderia italiana di caratteri da stampa. Fra gli anni trenta e settanta del Novecento, il suo Studio artistico — guidato da Giulio Da Milano, Alessandro Butti e Aldo Novarese — ha progettato caratteri che hanno segnato la storia della grafica italiana e non solo. Una prima valutazione critica del patrimonio storico aziendale, resa finora poco agevole dalla dispersione degli archivi, è stata affrontata nel convegno internazionale Fonderia Caratteri Nebiolo, 1878–1978. Nuovi studi critici tenuto nel settembre 2021 a Torino. A organizzare il convegno e curare la recente pubblicazione degli atti è stato il gruppo Nebiolo History Project (NHP) — composto da Alessandro Colizzi, Riccardo Olocco, James Clough, Riccardo De Franceschi, Marta Bernstein e Massimo Gonzato. La pubblicazione degli atti (Lazy Dog Press, 2023) rende finalmente disponibile un’ampia panoramica delle ricerche più aggiornate su aspetti finora poco indagati della storica azienda torinese. Rivolto a studiosi, grafici, type designer, tipografi e tipofili in genere, ricco di immagini e testimonianze ben documentate, il volume Fonderia Caratteri Nebiolo, 1878–1978. Nuovi studi critici raccoglie i contributi in lingua originale dei relatori italiani e stranieri intervenuti ed è destinato a dare nuovo impulso alla ricerca storica sulla Nebiolo.
Giovanna Del Grande, artista tessile formata in fashion design, si occupa di formazione in area moda. La passione per l’arte contemporanea si esprime attraverso il tessuto. Fibre tessili, fili, cuciture si trasformano in opere di Fiber Art che realizza ed espone presso mostre internazionali di arte tessile. Esperta in scienze, metodi e poetiche della narrazione, è membro del gruppo di ricerca “Trame Educative” dell’Università Milano - Bicocca con il quale partecipa a ricerche di tipo biografico narrativo e propone attività di arte tessile e arte partecipata.
IL Laboratorio, condotto da Daniele Delfino (artista al quale nel 2018 è stato assegnato il partenariato UNESCO per le opere Uomini Albero e per il progetto L’Orchestra della Natura) e Giovanna Del Grande, artista tessile, intende fornire un’esperienza di Arte Partecipata per divenire co-autori/autrici di un' opera condivisa. Trama e ordito formeranno il nucleo centrale della scultura Uomo Albero proposta da Daniele Delfino, dove sarà evidenziata l’unicità di ogni singola interpretazione. Nel processo creativo scarti tessili intrecciati a materiale vegetale si uniranno a fili, parole, rami d'albero, per creare forma ispirata alla natura e reinterpretare materiale destinato allo smaltimento. La magia dell’Upcycling per un nuovo “Uomo Albero".
"Daniele Delfino è artista e ricercatore di espressioni naturalistiche con una forte passione per l’arte preistorica e per le culture dei popoli del “primo mondo”. Con oggetti e materiali naturali crea sculture, installazioni sonore, performance e laboratori musicali da condividere con il pubblico di ogni età. Da molti anni propone il suo strumentario sonoro a scuole di ogni ordine e grado con il progetto “L’Orchestra della Natura” e realizza opere site specific per mostre d’arte contemporanea e luoghi privati. Membro del gruppo di ricerca ”Trame educative” dell’Università degli studi Milano-Bicocca, esperto in scienze, metodi e poetiche della narrazione, nel 2018 ha ricevuto il partenariato UNESCO dal club Unesco Ticino Bellinzona per i suoi progetti “Orchestra della Natura” e “Uomini Albero”."
IL Laboratorio, condotto da Daniele Delfino (artista al quale nel 2018 è stato assegnato il partenariato UNESCO per le opere Uomini Albero e per il progetto L’Orchestra della Natura) e Giovanna Del Grande, artista tessile, intende fornire un’esperienza di Arte Partecipata per divenire co-autori/autrici di un' opera condivisa. Trama e ordito formeranno il nucleo centrale della scultura Uomo Albero proposta da Daniele Delfino, dove sarà evidenziata l’unicità di ogni singola interpretazione. Nel processo creativo scarti tessili intrecciati a materiale vegetale si uniranno a fili, parole, rami d'albero, per creare forma ispirata alla natura e reinterpretare materiale destinato allo smaltimento. La magia dell’Upcycling per un nuovo “Uomo Albero".
Tommaso Delmastro fonda con Michele Bortolami l'agenzia Undesign nel 2003, in cui si occupa come direttore creativo, di sviluppare progetti di comunicazione, branding ed editoria customizzata, per aziende, istituzioni, editori e fondazioni. Ferretti Yachts, Milano Design Week, Martini, Lavazza, Cipriani Food, Superga, Mattel, Gritti Palace, Ducati, Lonely Planet, Slow Food, Reggia di Venaria, Teatro Regio di Torino, Compagnia di San Paolo, Enel, Autostrade per l’Italia, Trenitalia, Stellantis, Philips, Salone Internazionale del Libro, Mondadori, Garzanti, Feltrinelli, DeAgostini e Il Sole 24 Ore, sono alcuni dei clienti per cui ha sviluppato progetti di comunicazione con Undesign. Ha collaborato e collabora con diverse scuole e università come il Politecnico di Torino, l'Istituto Europeo di Design di Torino, di cui è stato vicedirettore, la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, l'Università degli Studi di Perugia, in qualità di docente titolare di corsi e workshop. Premiato agli European Design Awards e agli Stack Magazine Awards, selezionato per il XXIII Compasso d’Oro, è presente con i lavori sviluppati da Undesign in numerose mostre e pubblicazioni che approfondiscono i temi della progettazione visiva e del design della comunicazione, in Italia e all’estero.
Presentazione di Grafica Magazine, rivista cartacea trimestrale che ha come argomento il design grafico e le discipline che ruotano intorno al mondo della comunicazione visiva. Il primo numero uscirà a settembre 2024. Si parlerà del futuro dei giornali e di editoria indipendente.
Ben Ditto è un direttore creativo di Londra. I progetti di Ditto abbracciano discipline come il cinema, il coding creativo, l'intelligenza artificiale, la robotica, la stampa e l'esperienza dal vivo. Tra i suoi clienti figurano Maison Margiela, Louis Vuitton, Dazed Beauty, Nike e The 1975. L'utilizzo dei social media come strumento di reportage su argomenti che spaziano dall'hardware militare alle procedure chirurgiche gli ha fatto guadagnare un seguito online di culto.
Ben Ditto sfugge certamente alle categorie che descrivono le professioni del visual design. E ad un tempo potrebbe comprenderne molte, — creative director, designer, stylist, artista, illustratore, editore, regista — eppure non avrebbe senso legarlo ad alcuna di queste etichette. È decisamente uno sperimentatore, visionario, eclettico, provocatore. Anche ricercare nelle sue origini inglesi una chiave interpretava sarebbe un fallimento, se si continuasse ad applicare la logica del design o dell’art direction. Più che ad Alan Fletcher o a Peter Saville, dovremmo pensare a Genesis P. Orridge o a Frank Zappa. Ben sarà eccezionalmente presente a Milano per raccontarci meglio quello che fa, come lo fa e per svelarci qualche mistero anche sul perché.
Giovanna Durì inizia l’attività di grafico editoriale nel 1979. Dal 1983 entra a far parte dello studio di Ferruccio Montanari dove collabora a progetti per riviste nazionali e periodici culturali. Nel 1989 fonda insieme a Laura Morandini lo studio CDM che inizialmente si occupa anche di grafica pubblicitaria. Nel 1994 inizia con Lorenzo Mattotti una attività denominata “Lavori laterali” dalla quale nascono molte esposizioni nazionali ed estere. Dal 2000 si occupa principalmente di editoria e di immagine coordinata per eventi culturali e cura esposizioni che hanno come tema l’illustrazione. Dalla primavera del 2012 è autrice in prima persona di libri, nonché di testi e illustrazioni per riviste e quotidiani, di recente svolge anche attività didattica in Accademia GB Tiepolo.
Questo incontro, con la partecipazione di tre importanti grafici italiani, sarà rivolto alle influenze che Folon ha avuto sulla grafica italiana a partire dagli anni ’70 e alla poetica della sua comunicazione.
Anna Dusi è nata a Milano, ed è coinvolta nel mondo dell’arte dal 1998. Dal 2007 al 2016 è stata vice-curatrice di Building Bridges Art Exchange a Los Angeles, un’organizzazione artistica dedicata a coltivare ponti tra culture diverse attraverso mostre d’arte internazionali, scambi tra artisti programmi di residenza. Nel 2015 decide di avventurarsi come curatrice indipendente consulente d’arte, collaborando con artisti già affermati ed emergenti, creando collaborazioni con gallerie, Fondazioni e musei tra gli Stati Uniti, Europa e Messico. Attualmente vive e lavora a Mexico City.
Partendo dall'importanza di valorizzare una realtà paragonabile a quella di un archivio o una collezione museale, ho riflettuto su come vorrei creare una conversazione portata avanti da un personaggio unico che racchiude molteplici forme creative: "Osvaldo Cavandoli". Tralasciando volutamente le pur inevitabili tentazioni di 'suggestione nostalgica', lo scopo di questo evento è di far esplorare il lavoro di Osvaldo, una risorsa inesauribile uno stimolo per le nuove generazioni di creatori di immagini, una fonte di ispirazione soprattutto per la sua magistrale invenzione del personaggio “La linea”, creatura ingenua e irascibile diventata di fatto una figura dell’immaginario collettivo. La mostra si pone quale invito non solo a riconoscere la vita e la storia di uno dei grandi "Artigiani" della tradizione artistica e culturale italiana ma anche, e soprattutto, a testimoniare la transizione di Osvaldo dagli accurati e pazienti arrangiamenti tecnici e stilistici dell'esperienza di Pupilandia fino a quel perfetto connubio di energia picto-fono-cinetica che si incarnerà in uno dei personaggi più iconici, universali e popolari dell'universo grafico globale: la Linea.
La mostra vuole essere un viaggio di conoscenza e riflessione. Eminenti storici e studiosi di cinema d’animazione sono unanimi nell'attribuire all’opera di Osvaldo Cavandoli una importanza esiziale per l’evoluzione di questo particolare linguaggio: tra questi, il professor Giannalberto Bendazzi, che fu anche caro amico dell'artista e testimone di alcune fasi del suo processo creativo, e che fu tra i primi a evidenziare come il personaggio della Linea, nella sua modernità, rimanda subliminalmente alle origini stesse dell'Animazione, compreso il rapporto di amore/odio con la Mano demiurga che le dona vita. Oltre a dare continuità alla conoscenza dell’operato di Osvaldo, ho avuto modo di intraprendere una ricerca di trasformazione su un processo interpretativo che indurrà lo spettatore ad osservare un altro aspetto di questa storia, vale a dire "La Linea che" assume una forma umana attraverso un atto performativo. "Non so cosa sia l'eternità, se si possa lasciare un'impronta per sempre, ma so che le opere permangano ben oltre l'abbandono dei creatori. Omaggiare tali opere rimaste 'orfane' dei propri padri, è un modo di prolungare le vite attraverso le generazioni presenti e future. Osvaldo Cavandoli ha avuto un'idea, che possiamo senz'altro definire geniale nella sua apparente semplicità e nella capacità universale di sintetizzare in sé stessa qualcosa che noi tutti sentiamo in modo intangibile, ma che stentiamo a rivedere al di fuori di noi nel concreto quotidiano." È riuscito a raccontare una storia che viviamo intimamente al nostro interno, in quel luogo in cui non vi sono parole - o forse, solo il grammelot altrettanto geniale di Carlo Bonomi, unica voce possibile della Linea - ma emozioni intrecciate.
La mostra proseguirà fino al 13 giugno.
Modera Anna Dusi Curatrice con la partecipazione di: Sergio Cavandoli, Eric Rittatore, blogger esperto di animazione, Piero Tonin, Illustratore, fumettista e animatore, e Andrijana Ružić, storica del cinema d’animazione.
Ideato e creato da Anna Dusi. Compositore Camilo Angeles. Co-scrittrice Sofia Palermo con la collaborazione creativa di Monica Dusi e Sofia Casprini, interprete e coreografa delle Linea.
La Linea prenderà forma umana attraverso un atto teatrale, un’opera che sia vissuta e colta nella sua complessità nonché completezza. Lo spettatore avrà l’opportunità di immergersi nel linguaggio permeabile, attraversabile della linea all‘interno del museo del design.
Andrea Fabrizii è un studioso di cinema e ricercatore musicale, musicista e co-autore della trasmissione radiofonica Dannata Balera. Music consultant e Sound Editor per l’etichetta discografica Cam Sugar, ha prestato la propria partecipazione a diversi progetti culturali nell’ambito delle principali manifestazioni del settore, attraverso concerti, proiezioni, ascolti guidati, interventi critici, reading e gestione di eventi. Ha scritto diversi articoli legati al mondo della musica per il cinema, ed alcuni contributi per pubblicazioni monografiche su musicisti o film (Piero Umiliani, Piero Piccioni, Franco Micalizzi, Jazz from Italy, Adua e e le compagne, La vita agra). Organizzatore delle 4 edizioni del Festival Appuntamento a Mano Armata dedicato al cinema Noir Italiano. Instancabile ricercatore di suoni dimenticati e sepolti, “archeologo” del nastro magnetico e vinile, è inoltre un veterano del DJing (ha iniziato a girare i dischi negli anni ‘90 del movimento lounge), un organizzatore di eventi musicali e festival cinematografici, e un collezionista di vinili dai gusti molto eclettici (dalle colonne sonore e il jazz all’Euro-beat, il funk, la disco e il garage punk).
Con il nome "library music" si intendono tutti quei dischi creati appositamente per tv e per le radio, destinata alla sincronizzazione e al commento di documentari, pubblicità e programmi di tutti i tipi. Musica dei generi più disparati, dal jazz al funk più spinto, spesso composto da musicisti di alta caratura che operavano sotto pseudonimi, e terreno ideale per i musicisti, dare sfogo alle più incredibili e libere sperimentazioni. Non essendo dischi destinati al commercio, i vinili originali del periodo ’70-’80 sono oggi rari oggetti ricercati dai collezionisti, ma vengono anche ristampate e ascoltate dalle nuove generazioni. Luca Barcellona e Andrea Fabrizii, entrambi appassionati conoscitori di questo genere, ci accompagnano alla scoperta del meraviglioso mondo delle library, che oltre ad essere protagoniste della mostra dedicata alla grafica delle copertine, ci sveleranno segreti e retroscena di questo mondo sommerso e affascinante, seguito da un Dj Set in vinile in cui selezioneranno i pezzi migliori direttamente dalle loro collezioni personali. Da non perdere!
Dj Set di Luca Barcellona e Andrea Fabrizii a seguito del talk Library Music: un viaggio nella musica oscura e sconosciuta
Combinare in modo eccellente prestazioni, estetica e sostenibilità, grazie alle carte speciali per il packaging e la comunicazione, per le applicazioni creative e l'editoria di prestigio. Tutto questo è Fedrigoni Special Papers.
Professoressa associata al Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo, si occupa di design della comunicazione visiva. Vicecoordinatrice del Cdlm in Design e Cultura per il Territorio. Presidente Aiap (2015-18) e Vicepresidente (2009-15). Ambasciatore del Design nel mondo per l’Italian Design Day nel 2017. È autrice di libri e saggi. Fa parte di comitati editoriali, osservatori e progetti europei.
Valeria Bucchetti, Cinzia Ferrara, Carlo Martino, Paolo Tamborrini, referenti del gruppo di ricerca “Design della comunicazione” di SID (Società Italiana di Design) dialogano sul tema insieme a giovani ricercatori e ricercatrici sulle forme di sperimentazione che l’università promuove a supporto delle linee evolutive della disciplina.
Laureato alla SPD Scuola Politecnica di Design a Milano. Senior Lecturer in NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, con gli insegnamenti: Metodologia della Progettazione, Packaging Design, Brand Design e Brand Strategy. Infine Scenari Futuri. A questa attività accompagna anche quella professionale, prima in Agenzie e Studi di Progettazione anche tra i più grandi ed affermati a livello europeo. Ad oggi gestisce lo studio di branding SoFarSoNear.
Tra le maggiori cause della scarsa accessibilità dei sistemi di segnaletica attuali ricorre il modello generalista riferito all’utente medio, una mancata comunicazione nella progettazione degli spazi pubblici e “non luoghi”. A partire da una genesi culturale delle pratiche di esclusione, il talk affronta il necessario cambio di paradigma nella progettazione di sistemi di segnaletica/ wayfinding inclusivi.
A cura dell’Area Communication and Graphic Design di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti.
Emilio Fioravanti nasce a Milano nel 1945. Terminato il corso di grafica all’Umanitaria, con Max Huber, Albe Steiner, Massimo Vignelli, Giancarlo Iliprandi, Hainz Waibl e Michele Provinciali, Emilio Fioravanti inizia la sua attività professionale presso lo studio di Massimo Vignelli e, in seguito, alla Unimark International, di Massimo Vignelli e Bob Noorda, esperienza che si concluderà nel 1968. Nel 1969 fonda con Davide Bolzonella, Giorgio Fioravanti, Giovanni Galli e Luciano Lorenzi, la G&R Associati. All’interno di tale gruppo Emilio Fioravanti si occupa prevalentemente della grafica di pubblica utilità, curando l’immagine e la comunicazione di teatri, musei, mostre, manifestazioni culturali ed editoria. Paolo Grassi gli affida, nel 1968, l’immagine grafica del Piccolo Teatro, lavoro che accompagnerà la vita professionale di Emilio Fioravanti per lungo tempo e si concluderà, nel 2021, dopo 53 anni. La collaborazione con il Teatro alla Scala di Milano inizia nel 1972 e continuerà per 50 anni, concludendosi nel 2022. Sua è l’immagine coordinata e la realizzazione di tutti gli stampati e delle mostre promosse dal Teatro. In particolare, l’intero gruppo della G&R è coinvolto nel progetto di allestimento e della grafica della mostra Duecento anni alla Scala a Palazzo Reale a Milano. Per il Comune di Milano si occupa della grafica di numerose mostre, progetta il logo di Palazzo Reale e la grafica di manifesti per cicli di manifestazioni e spettacoli estivi (Milano Estate) e dei cicli di concerti nei musei (Serate al Museo). Altre collaborazioni importanti sono quelle per la Società del Quartetto dal 1994 al 2016 (con l’immagine coordinata dei concerti delle Settimane Bach), di Milano Musica dal 2000 al 2014, e del Museo Diocesano di Milano dal 1997 al 2013. Tra i principali committenti nel settore privato: Artemide, Arflex, Olivari, Fontana Arte, IBM, Letraset, I Viaggi del Ventaglio, Techint, Gruppo Humanitas. Dopo la cessazione della società, avvenuta a fine 2022, apre lo studio Emilio Fioravanti, in continuazione con l’attività svolta precedentemente.
Il libro presenta, in 264 pagine, i progetti grafici realizzati dal 1968 al 2023 per il Piccolo Teatro e la Scala, le grandi mostre a Palazzo Reale, gli eventi culturali, i musei, le aziende dell’arredamento e importanti aziende nel settore privato. Ne risulta quindi una testimonianza visiva, attraverso gli strumenti di comunicazione, di un periodo, la seconda metà del secolo scorso fino ai primi decenni del 2000, molto importante per le attività di carattere culturale della città.
Davide Fornari è professore ordinario presso ECAL/Ecole cantonale d’art de Lausanne (HES-SO) dove dirige il dipartimento Ricerca e sviluppo dal 2016. Insegna alla SUPSI di Mendrisio e alla Design Academy di Eindhoven. È membro della Commissione federale del design dell’Ufficio federale della cultura svizzero. Fra le sue pubblicazioni: Mapping Graphic Design History in Switzerland (Triest verlag, Zurigo 2016), Carlo Scarpa. Casa Zentner a Zurigo: una villa italiana in Svizzera (Electa, Milano 2020), Swiss Graphic Design Histories (Scheidegger & Spiess, Zurigo 2021), Identità Olivetti. Spazi e linguaggi 1933–1983 (Triest verlag, Zurigo 2022).
Hotpot è un progetto di Parco Gallery: una pubblicazione bimestrale sulla ricerca, la teoria e la storia del graphic design. Ogni due mesi un nuovo articolo a cura di personalità internazionali del mondo del design viene condiviso tramite newsletter e reso poi fruibile gratuitamente online. Le prime due figure coinvolte sono Davide Fornari, che approfondisce il legame tra la tradizione grafica svizzera e quella italiana, e Vera Sacchetti, la cui riflessione si concentra sul ruolo della donna nell’ambito del design nel corso della storia.
L’incontro è sviluppato in tre momenti connessi che intendono condividere, soprattutto con i giovani professionisti e studenti, una metodologia di ricerca e di progetto che abbia come punto di partenza documenti grafici e fonti documentarie. L’incontro si svolge e prende avvio dalle collezioni della Civica Raccolta di Stampe A. Bertarelli per poi presentare recenti pubblicazioni, ricerche e mostre che affrontano la questione delle fonti con metodi e prospettive diverse: la collana Antologia di cultura grafica di Lazy Dog Press, il progetto The Sources of Jan Tschichold’s “the New Typography” di ECAL, e IDA Investigating Digital Archives, un progetto di ISIA Urbino sulle fonti documentarie per la comunicazione visiva disponibili in rete
Federica Fragapane è una information designer indipendente. Nel corso degli anni ha realizzato visualizzazioni di dati per le Nazioni Unite, l’Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, Google, BBC Science Focus, Scientific American e collabora periodicamente con La Lettura - Corriere della Sera. Molti dei suoi progetti adottano un approccio sperimentale, selezionando con cura i linguaggi visivi per coinvolgere i lettori nelle narrazioni trasmesse dai dati. Ha tenuto lezioni come guest lecturer, tra gli altri, all’Università di Harvard e al Royal College of Art di Londra. Nel 2023 tre dei suoi progetti sono stati acquisiti dal MoMA di New York, divenendo parte della sua Collezione Permanente.
Il talk racconterà il processo progettuale e le ragioni dietro a progetti di data visualization con diverse motivazioni e caratteristiche. Il focus sarà sui linguaggi visivi utilizzati per dare forma a informazioni e storie, con alcune riflessioni su come le parole visive usate nella data visualization possano essere vive e — in alcuni casi — politiche.
Francesco Franchi è giornalista e caporedattore di La Repubblica. Si è laureato al Politecnico di Milano con una tesi sul giornalismo grafico nei quotidiani, un progetto accademico che negli anni si è trasformato in professione vera e propria. Ha mosso i primi passi presso Leftloft negli anni in cui anche in Italia si iniziava a diffondere l’infografica. Nel 2008 entra al Sole 24 Ore come Direttore Creativo di IL. Intelligent Lifestyle, magazine che ha vinto moltissimi premi internazionali per il suo design innovativo. Dal 2016 fa parte della redazione di La Repubblica, da lui ridisegnata ben due volte in tre anni. È membro di AGI ed è autore di libri tra cui Designing News e The Intelligent Lifestyle Magazine.
Presentazione di Grafica Magazine, rivista cartacea trimestrale che ha come argomento il design grafico e le discipline che ruotano intorno al mondo della comunicazione visiva. Il primo numero uscirà a settembre 2024. Si parlerà del futuro dei giornali e di editoria indipendente.
Giulio Galli è un type designer, ricercatore e docente. Dopo una tesi di laurea sui caratteri tattili all'ISIA di Urbino e un master in Typeface Design all'Università di Reading, insegna typeface design e tipografia alla Pxl-Mad School of Arts di Hasselt, in Belgio. È anche dottorando presso ReadSearch, un laboratorio di ricerca dell’Università di Hasselt, che studia la progettazione parametrica dei caratteri tipografici per la leggibilità. Collabora con la Fonderia dal 2018.
Fontstand, in collaborazione con BIG, porta a Milano un'estensione del suo ciclo di conferenze internazionali sulla tipografia.
Cinque relatori provenienti da rinomate fonderie italiane e membri di Fontstand condivideranno il palco in queste tre ore di conferenze su caratteri e tipografia. Presentata da Silvana Amato, Presidente di AGI Italia, la conferenza prevede gli interventi di Beatrice D'Agostino, Matteo Bologna (muccaTypo), Cosimo Lorenzo Pancini (Zetafonts), Andrea Amato (CAST) e Giulio Galli (CAST), con una breve introduzione del socio di Fontstand Andrej Krátky.
Un resoconto di quello che sta succedendo in un laboratorio di ricerca ad Hasselt (Belgio) riguardo Generative AI e font. Come dialogano le parti in gioco: type designers, data scientists, AI specialists e teorici. Quali sono le tecnologie esplorate, i progetti per gli sviluppi futuri e le riflessioni sul fenomeno, in senso più ampio. E specialmente qual è il punto di vista di un type designer che tende ad odiare i sensazionalismi.
Michele Galluzzo, graphic designer, PhD in Scienze del design, è stato ricercatore presso la Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano (2020-23) ed è attualmente docente a contratto presso l’Università Iuav di Venezia. È stato assistente di ricerca e graphic designer presso l’Archivio storico del Progetto grafico AIAP di Milano (2014-17) e membro della redazione della rivista internazionale di grafica “Progetto Grafico” (2018-22). Come ricercatore ha collaborato con diversi archivi storici, tra i quali Fondazione Pirelli, Gruppo Campari, Associazione Archivio Storico Olivetti. Dall’autunno 2019 cura il progetto @logo_irl, indagando la storia sociale dei loghi, e nel 2020 ha fondato – con Franziska Weitgruber – il duo di design/ricerca Fantasia Type.
Come rintracciare e fare emergere nella storia della grafica la voce di utenti, fruitori e consumatori? Quali artefatti, quali racconti e memorie vengono alla luce quando la ricostruzione storica del design diventa pubblica o sociale? Negli ultimi decenni, anche grazie alle possibilità offerte dal digitale e dalla rete, è cresciuta l’attenzione verso approcci storici più inclusivi, verso pratiche partecipative di archiviazione, verso piattaforme di divulgazione capaci di raggiungere un pubblico più ampio. In questa conversazione, promossa da AIS/Design per il ciclo Dentro le storie del design, Michele Galluzzo e Carlo Vinti, storici della grafica, si confrontano sui rischi e sulle opportunità di queste nuove prospettive, presentando e discutendo alcune esperienze già compiute in tal senso. Modera Maddalena Dalla Mura.
Silvia Gasparotto, PhD, è professore associato presso l'Università degli Studi della Repubblica di San Marino e vicedirettore della Laura magistrale in Interaction & Experience Design. È autrice di numerose pubblicazioni e svolge attività di ricerca nei campi del Design per i Beni Culturali, dell'Interaction Design, della Teoria del Design e delle Pratiche Collaborative.
La mostra intende indagare il tema della distanza: un concetto fluido e dinamico che si configura in molteplici forme, relazioni e approssimazioni. Empatia, rapporti sociali, iper-connessione, visioni microscopiche o macroscopiche sono solo alcune delle declinazioni su cui i docenti e gli studenti di comunicazione visiva di Unirsm Design hanno lavorato, interrogandosi sulla natura delle relazioni interpersonali e interspecie. In un dialogo tra l’artefatto visivo e lo spettatore, si apre un universo di riflessioni e interrogativi sulla società contemporanea e sulla sua capacità di connettersi veramente, al di là delle distanze che ci separano.
La mostra sarà inoltre arricchita da un contributo di Alessandro Bergonzoni, straordinario attore e artista, dal titolo: Per stare e non distare (vite da vicino di cose).
Moreno Gentili è scrittore, consulente di comunicazione e, fino al 2007, fotografo. Tra i suoi libri In Linea d'Aria / Feltrinelli, La Ferrari / Skira, Illibertà - Tempo che non ti aspetti / Excogita, Viaggi di memoria / Bompiani — RCS Educational, Rivedute Veneziane / Idea Books, Habitat / Art&, NYC, New York Revisited / Charta, Sguardo Nomade / Archinto, L'Inferno dentro / Sonda, On the move: Autogrill oggi / Skira, Suite Sarajevo / Archivi del '900, African Heroes / Skira, Milano 1944, un amore / Skira, Cento anni di futuro: la storia dei Guzzini / Skira, Billy since Zurigo / Skira, Terra arsa-Tempo dovuto / La vita felice, No / E. Pulcinoelefante e altri. Tra i suoi progetti, il redesign del Museo della Fratelli Guzzini di Recanati, il redesign del Museo Branca a Milano, il progetto Harmonia Mundi, allestimento permanente della sede di Rcs a Milano, il design di Autogrill con Al Gore, Steven Spielberg, Marc Augé e altri autori per raccontare storia e successi dell'azienda, il film Il TCI italiano dei 110 anni di storia del Touring Club Italiano, il film Search me in occasione dell'apertura del centro Polifunzionale di Ivrea delle Industrie Bracco e il nuovo Bracco is Culture, i documentari su Moda, Design e Tecnologie del programma Blù per Telepiù, il progetto Vulcania, allestimento permanente del nuovo Centro Stile-Fiat a Torino, la Brembo con opere di B. Fässler, B. Ginammi, I. Bochicchio, M. Airó, S. Codignola, M. Mulas, S. Codignola, M. Migliora.
Giovedì 23 | 15.00 — 20.00
Venerdì 24 | 10.00 — 20.00
Sabato 25 | 14.00 — 20.00
Domenica 26 | 10.00 — 18.00
I Manifesti Poetici sono un modello di comunicazione condivisa che l’autore, Moreno Gentili, ha inventato più di vent’anni fa e che nel tempo si è strutturato come serie organica di opere germinative in continuo divenire, a partire de quel primo unico gesto/azione di fare della parola forma; una concatenazione di parole e frasi brevi, inanellate in un’unica iperbolica anafora a partire da un codice generatore, come: «Ti amo», «Bevo vivere», o da un imperativo: «Piantala», «Semina», «Servila», ma anche da avverbi di affermazione, come: «sì», «no», ripetuti per 365 volte.
Se l’opera è sintesi, il progetto è un percorso di ricerca e maturazione che ospita e provoca il cambiamento delle modalità creative e la loro attuazione. I manifesti poetici sono un’opera-progetto che vive degli incontri con le persone che scoprono il progetto, acquistano il manifesto e continuano il dialogo con l’artista e le sue parole.
I Manifesti Poetici sono stati esposti negli anni in diversi luoghi della città, dal caffè Cucchi al Teatro Franco Parenti, spazi pubblici di condivisione e scambio secondo la formula cara all’autore di arte come emozione civile, fuori da ogni percorso istituzionale e vicina alla vita delle persone.
Beppe Giacobbe è un illustratore. Collabora stabilmente con il Corriere della Sera e con altri periodici. Realizza immagini e copertine per case editrici italiane e internazionali. Nato a Milano nel 1953 inizia a disegnare da subito e dipinge sporcandosi le dita con i colori della tavolozza di papà. Verso i 10 anni realizza alcune copie di Morandi e Cezanne, contemporaneamente studia pianoforte. Durante gli anni del liceo milita in un gruppo rock suonando fino a notte fonda in trasferte lontane da Milano, ma le troppe assenze e il pessimo profitto gli costeranno una sonora bocciatura con conseguente “lavoro forzato” nel negozio di tessuti del padre. Poi il periodo felice all’Accademia di Brera e tre estati alla School of Visual Arts di New York respirando gli umori e le atmosfere della Grande Mela. Con la nascita del figlio Marco comincia a illustrare libri per bambini per case editrici francesi e statunitensi, collezionando alcuni premi. L’insegnamento è per Beppe Giacobbe un importante momento di scambio con i giovani da cui dice di aver imparato molto nei suoi 24 anni di docenza, prima allo IED di Milano e poi all’ISIA di Urbino
Grafiche Milani è un azienda storica fondata a Milano nel lontano 1906. Le sue radici sono sinonimo di qualità del Made In Italy. Con le sue sedi internazionali a Parigi e New York è partner industriale dei più prestigiosi gruppi dell’ editoria del design e della moda.
Bob Noorda (Amsterdam 1927-Milano 2010) si stabilisce a Milano nei primi anni Cinquanta per dare inizio a una carriera che lo porterà ai vertici del design mondiale. In questa città il giovane Noorda si avvicinerà alle grandi aziende attive nel dopoguerra e inizierà a intessere relazioni con le maggiori personalità milanesi in ambito industriale, editoriale e accademico. Nei primi anni Sessanta condividerà lo studio con Massimo Vignelli e successivamente dirigerà la sede milanese di Unimark International. A Milano si sposerà e metterà su famiglia così come dirigerà il suo studio fino al 2010. Bob Noorda si riteneva un milanese doc anche se di nazionalità olandese e a Milano ha dedicato grandi progetti che ancora oggi sono sotto gli occhi di tutti come la linea 1 della metropolitana, il marchio della Mondadori e della Feltrinelli o il marchio del banco di Desio.
Graphic Days® è un centro culturale innovativo che cura e realizza progetti culturali con ricadute sociali; ci occupiamo di visual e social design. Graphic Days® è un festival internazionale di divulgazione annuale e un osservatorio sul visual e social design grazie alla collaborazione con una rete di attori internazionali e locali. Graphic Days® è uno spazio di disseminazione culturale attraverso la curatela e la promozione di progetti, mostre e residenze artistiche. Graphic Days® è un design lab, laboratorio di progettazione che attraverso il social design sviluppa azioni sul territorio con ricadute sociali (dalla rigenerazione urbana a iniziative di cittadinanza attiva). we mix design and people è il claim: grazie alla sua capacità di comunicare in modo visivo e immediato, il visual design riduce le distanze tra messaggio e interlocutore, veicola informazioni e stimola il dibattito, con l’intento di rendere i beneficiari attivi e orientati al cambiamento. Il visual design per noi è lo strumento per creare un incontro tra le persone, fornendo loro nuove modalità di lettura e di fruizione dei progetti di innovazione sociale attraverso un approccio multidisciplinare design-oriented.
Neologia è un progetto che promuove una rete di giovani talenti nel panorama della comunicazione visiva in Italia a cura di Graphic Days®. Si rivolge a progettistə e visual designer dai 18 ai 30 anni, invitatə a candidare il proprio progetto più rappresentativo, innovativo, sperimentale e caratterizzato da una contaminazione stilistica e di linguaggi, al fine di creare un osservatorio dinamico che promuove la qualità e la novità nel mondo del visual.
L’osservatorio si struttura in tre categorie: Motion Graphic – GIF, Poster Design, Editorial Design. A partire dall’edizione 2024 è stata aggiunta una nuova categoria: l’AI. Progetti di poster design e motion graphic possono essere realizzati attraverso l’intelligenza artificiale ed essere candidati attraverso la sezione dedicata.
Giovedì 23 le mostre in Milano Certosa District saranno aperte dalle 13.30 alle 18.00
Presentazione dei progetti vincitori della mostra Neologia.
Gaetano Grizzanti, Designer e docente, vive e lavora a Milano. Nel 1986 avvia Univisual, studio di design specializzato nella progettazione di marchi e sistemi d’identità, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti a livello internazionale. Già membro del Consiglio Direttivo Nazionale di Aiap e Perito del Tribunale di Milano in materia di Trademark. Autore del libro “Brand Identikit – Trasformare un marchio in una marca"". Fondatore dell’Associazione Campo Grafico, omonima della storica rivista, per preservarne la memoria culturale e documentale.
L’evento – un talk e una selezione di progetti in mostra, svolti da studi/designer italiani – è esclusivamente dedicato all’identità visiva per il mondo dell’industria e dell’impresa di servizi.
L’obiettivo è duplice: da un lato illustrare il rapporto virtuoso possibile tra la cultura di progetto e le esigenze del committente, dall’altro testimoniare l’operato italiano contemporaneo rispetto al passato periodo aureo – quello tra gli anni ‘50 e ‘90 del secolo scorso – che ha formato in gran parte la tradizione della grafica del nostro Paese, storicamente riconosciuto in tutto il mondo.
La mostra proseguirà fino al 13 giugno.
Questa Tavola rotonda intende riproporre un tema negli ultimi anni non più all’ordine del giorno nel dibattito sulla cultura del progetto.
Qual è oggi lo stato dell’arte del visual design nella corporate identity? Mentre l’immagine coordinata fin dagli albori è stata rappresentativa di gran parte della tradizione grafica italiana, lo scenario degli anni duemila con i cambiamenti epocali e tecnologici che lo caratterizzano, sembra avere dimenticato l’importanza cruciale del suo ruolo nell’economia e nella società.
Interverranno:
Mario Piazza
Storico della Grafica
Docente Politecnico di Milano Dipartimento Design
Anna Carmassi
Project Leader STEAMiamoci
Tavolo Tecnico Nazionale di Confindustria
Carlo Branzaglia
Saggista del Design
Ambassador IED Postgraduate Milano
Vania Mattiola
Avvocato in Proprietà Intellettuale
Antonio Zacchera
Vicepresidente
Associazione Marchi Storici d'Italia
Modera:
Gaetano Grizzanti
A Milano dal 1870, la Casa Editrice Libraria Ulrico Hoepli ancora oggi accompagna con i suoi volumi la formazione di professionisti in varie aree, compresa quella di architettura e design. La Libreria Hoepli, situata nell'iconico edificio progettato da Figini e Pollini, è un punto di riferimento per la città e si distingue per l’ampia disponibilità di volumi, anche in lingue straniere.
Lectio promossa da Hoepli in occasione di Biennale Internazionale Grafica.
Attraverso una selezione di progetti e workshop, le fondatrici di studio òbelo Claude Marzotto e Maia Sambonet esplorano le diverse forme di relazione tra immagini e parole nella tessitura di un discorso visivo che tiene insieme luoghi e tempi eterogenei — partendo dal libro per arrivare a parlare anche di spazi espositivi, laboratori, mostre.
òbelo è uno studio di graphic design attivo nel campo editoriale, della comunicazione culturale e della formazione.
IGPDecaux lancia la sua seconda edizione di IGPDecaux Graphic Award, il contest dedicato ai creativi a cui viene chiesto di realizzare un elaborato grafico multimediale che interpreti il tema, in linea con la mission aziendale, “Spazi di vita sostenibili per la città e i suoi cittadini – climate action edition”. Le tre opere vincitrici riceveranno un premio in denaro e saranno esposte per un anno su spazi di comunicazione Out Of Home in tutta in Italia.
Andrea Kerbaker nasce a Milano nel 1960. Autore di libri di narrativa e di saggistica, anima la Kasa e il Kapannone dei Libri dove tiene la sua collezione di oltre 35.000 volumi. Collabora col Corriere della Sera e col supplemento domenicale del Sole/24 Ore.
Sulla base della sua più che ventennale amicizia con Giorgio Lucini, uno dei maestri della tipografia del Novecento, Andrea Kerbaker organizza alla Kasa Dei Libri un’antologica di tanti suoi lavori, sempre caratterizzati dall’altissima qualità unita a una sana voglia di cogliere gli aspetti ironici e gioiosi della vita.
La mostra inaugurerà il 15 maggio e proseguirà fino al 2 giugno.
Andrej Krátky è un type designer slovacco di Bratislava e cofondatore di Fontstand, un servizio di scoperta e streaming di font. Ha studiato nella Repubblica Ceca e negli Stati Uniti e si è laureato presso il Type & Typography Studio dell'UMPRUM di Praga. Come direttore creativo, ha condotto campagne pubblicitarie di successo per clienti locali e internazionali. Ha progettato i caratteri Bradlo, Nara e Nara Sans.
Fontstand, in collaborazione con BIG, porta a Milano un'estensione del suo ciclo di conferenze internazionali sulla tipografia.
Cinque relatori provenienti da rinomate fonderie italiane e membri di Fontstand condivideranno il palco in queste tre ore di conferenze su caratteri e tipografia. Presentata da Silvana Amato, Presidente di AGI Italia, la conferenza prevede gli interventi di Beatrice D'Agostino, Matteo Bologna (muccaTypo), Cosimo Lorenzo Pancini (Zetafonts), Andrea Amato (CAST) e Giulio Galli (CAST), con una breve introduzione del socio di Fontstand Andrej Krátky.
LaTigre è uno studio di graphic design fondato e diretto da Luisa Milani e Walter Molteni, duo creativo riconosciuto a livello internazionale e membro AGI. Dal 2009 lo studio è alla continua e instancabile ricerca di linguaggi visivi multiformi e caleidoscopici. La ricerca formale è permeata dalla sintesi e da un uso vibrante del colore, il confine tra astratto e figurato diventa a tratti indefinibile. In questi ultimi anni ha collaborato in modo continuativo con Abitare, Apple, Bitossi Home, Bulgari, Living - Corriere della Sera, MaxMara, New York Times, Wired USA, e tanti altri.
Racconti sparsi dalla genesi alla sopravvivenza di uno studio di graphic design contemporaneo.
Gianni Latino è un progettista grafico, insegnante e autore. È uno dei nomi più affermati nel panorama del graphic design italiano. Dal 2000 si occupa di identità visiva per enti pubblici e privati, comunicazione culturale, progettazione di libri e cura di mostre di utilità pubblica. È professore di Graphic design presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, dove ricopre il ruolo di direttore. È membro del Consiglio nazionale per l’alta formazione artistica e musicale (Cnam). Autore e curatore di 13 libri, l’esordio con Graphic design. Guida alla progettazione grafica (LetteraVentidue, 2011). Nel 2016 è stato selezionato tra i 24 grafici italiani più affermati e autorevoli del panorama nazionale per la mostra Signs. Grafica Italiana Contemporanea. Nel dicembre 2022 ha tenuto una conferenza TED nel format TEDxVittoria con il talk Il coraggio di progettare per la collettività.
Lazy Dog Press è una casa editrice indipendente, nata nel 2012 a Milano. Il nome deriva dal famoso pangramma: «The quick brown fox jumps over the lazy dog», una frase di senso compiuto che contiene l'intero alfabeto. Il catalogo è dedicato alla cultura visuale, con testi di calligrafia, illustrazione, fotografia, architettura, tipografia e design, oltre a saggi sugli stessi argomenti. I libri sono disegnati e realizzati con cura sartoriale e particolare attenzione alla scelta dei materiali, dei contenuti, alla produzione e soprattutto allo stile grafico. Tra gli autori pubblicati figurano Aoi Huber Kono, Beppe Giacobbe, Bob Noorda, Cesare Leonardi, Franca Stagi, Charles H. Traub, Elisa Talentino, Francesco Dondina, Franco Fontana, Franco Matticchio, Guido Scarabottolo, Luca Barcellona, Gus Powell, Gusmano Cesaretti, James Clough, Jost Hochuli, Katsumi Komagata, Lorenzo Mattotti, Olimpia Zagnoli, Pino Tovaglia e Riccardo Olocco.
Lazy Dog Press è una casa editrice indipendente, nata nel 2012 a Milano.
Il nome deriva dal famoso pangramma: «The quick brown fox jumps over the lazy dog», una frase di senso compiuto che contiene l'intero alfabeto. Il catalogo è dedicato alla cultura visuale, con testi di calligrafia, illustrazione, fotografia, architettura, tipografia e design, oltre a saggi sugli stessi argomenti. I libri sono disegnati e realizzati con cura sartoriale e particolare attenzione alla scelta dei materiali, dei contenuti, alla produzione e soprattutto allo stile grafico. Tra gli autori pubblicati figurano Aoi Huber Kono, Beppe Giacobbe, Bob Noorda, Cesare Leonardi, Franca Stagi, Charles H. Traub, Elisa Talentino, Francesco Dondina, Franco Fontana, Franco Matticchio, Guido Scarabottolo, Luca Barcellona, Gus Powell, Gusmano Cesaretti, James Clough, Jost Hochuli, Katsumi Komagata, Lorenzo Mattotti, Olimpia Zagnoli, Pino Tovaglia e Riccardo Olocco.
Giovedì 23 le mostre in Milano Certosa District saranno aperte dalle 13.30 alle 18.00
Paola Lenarduzzi è graphic designer. Curatrice di Segnature, micro-rivista divulgata e voce e distribuita a mano. È tra i fondatori e art director di Doppiozero. Progetta i libri per la casa editrice Johan and Levi e per il Museo della Fondazione Rovati. Collabora con Collezione Maramotti, Quodlibet, Corraini e Acquario. Insegna Progettazione Editoriale e Tipografia presso Naba di Milano. Il suo studio è studiopaola con sede a Milano.
Progetto ed evoluzione della rivista Segnature, divulgata a voce, distribuita a mano.
LetteraVentidue nasce in Sicilia nel 2007 dall’energia di un gruppo di architetti che considerano il libro uno strumento fondamentale per la diffusione della conoscenza, ma anche un intramontabile e raffinato oggetto di design. Ogni libro è costruito attraverso un confronto costante, tra autore ed editore, sui contenuti, sul progetto grafico e sulla veste editoriale. LetteraVentidue è presente in tutti i più importanti bookshop nazionali e internazionali, con un ampio catalogo di titoli di architettura e design.
Valentina Manchia insegna semiotica per il design e la comunicazione visiva al Politecnico di Milano, all’Università di Bologna, a ISIA Urbino e ISIA Faenza. Si interessa alle evoluzioni del panorama visuale contemporaneo. È autrice di Il discorso dei dati. Note semiotiche sulla visualizzazione delle informazioni (FrancoAngeli) e suoi articoli sono apparsi su Doppiozero, Progetto grafico, Alfabeta2, Pagina99 e La Lettura.
L’incontro è sviluppato in tre momenti connessi che intendono condividere, soprattutto con i giovani professionisti e studenti, una metodologia di ricerca e di progetto che abbia come punto di partenza documenti grafici e fonti documentarie. L’incontro si svolge e prende avvio dalle collezioni della Civica Raccolta di Stampe A. Bertarelli per poi presentare recenti pubblicazioni, ricerche e mostre che affrontano la questione delle fonti con metodi e prospettive diverse: la collana Antologia di cultura grafica di Lazy Dog Press, il progetto The Sources of Jan Tschichold’s “the New Typography” di ECAL, e IDA Investigating Digital Archives, un progetto di ISIA Urbino sulle fonti documentarie per la comunicazione visiva disponibili in rete
Emanuela Mancino insegna Filosofia dell’educazione e Pedagogia della comunicazione presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Ha ideato il Laboratorio di Filosofia e Pedagogia del Cinema e il gruppo di ricerca Trame Educative, che dirige, insieme alla Scuola di Autobiografia presso la Casa della Cultura di Milano. È tra i docenti del percorso Graphein-Società di Pedagogia e Didattica della scrittura. È parte del Comitato culturale della Casa della Cultura di Milano. Ha creato e dirige la Scuola di Sguardo, Bellezza e Scrittura presso il Convento dei Cappuccini di Monterosso. E' membro del Comitato etico della Fondazione Veronesi. Autrice di numerosi articoli e saggi, tra gli ultimi: Lì, dove ci incontriamo. Appunti per una pedagogia dell’imprevisto (2020); Guardare (Cittadella, 2020); Il filo nascosto. Gli abiti come parole del nostro discorso col mondo (Angeli, 2021). I passi delle donne (2021, Progetti per Comunicare); Educazione e neoliberismi. Pratiche per una comune umanità (Metis, 2022, con M. Rizzo); Capi delicati (2024, Progetti per comunicare).
Esiste un profondo rapporto fra abito, corpo e memoria. Tale legame si intreccia al gesto di abitare lo spazio, di lasciar segni, di scrivere e comunicare, di dire e scomparire, tacere. L'abito è una traccia trasversale, raccontabile, cui dar parola e parole poetiche. Il testo riannoda, percorrendo il filo nascosto della poetica del quotidiano, i segni linguistici profondi delle cose ad una fenomenologia sensibile e condivisibile dell'abito come pratica dell'abitare e del vestire, e con valore d'intimità lo stare al mondo. Il filo nascosto che ci lega alla terra, ai nostri legami, permette di esplicitare e confermare una pratica di riflessione atta a svolgersi all'interno del concetto e nelle forme della trama, che diviene un'esperienza di apprendimento, di espressione estetica, ma soprattutto una possibilità di visione e di ri-significazione. Il filo nascosto tra gli abiti ci conduce attraverso trame di pensiero ed esperienza di un territorio del pedagogico che possiede la vocazione dell'orlo, la possibilità di dare voce, dimora e corpo ad un invisibile eppure sensibile (ed educabile) "senso del dar senso". Apparentemente muti, i tessuti del nostro vestire e svestirci, gli abiti e le abitudini dei nostri pensieri e delle nostre emozioni rivelano, ad un ascolto poetico e narrativo, lo sconfinato valore memoriale, progettuale e relazionale della materialità e dell'immaterialità pedagogica. Il libro parla a chi sia interessato a dare parole sensibili al visibile e all'invisibile pedagogico e permette, a chi voglia ascoltare la voce delle cose, di esperire, attraverso fili, trame e nessi, tutta la consistenza materica del fare, l'artigianalità di un'operatività pedagogico-riflessiva che dia sostanza ad una filosofia dell'educazione come pratica di vita pensata.
Architetto e designer, Phd in Design. Professore Ordinario di Disegno Industriale alla Sapienza Università di Roma. Socio AIAP e ADI, Membro del Consiglio Italiano del Design del MIBAC e della commissione Disegno+ del MISE. Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Design Comunicazione Visiva e Multimediale 2007/2023. Ha curato mostre di design e di grafica. È stato caporedattore della rivista DIID, direttore di Design for Made in Italy, redattore e membro di comitati editoriali di alcune riviste scientifiche di design nazionali e internazionali.
Valeria Bucchetti, Cinzia Ferrara, Carlo Martino, Paolo Tamborrini, referenti del gruppo di ricerca “Design della comunicazione” di SID (Società Italiana di Design) dialogano sul tema insieme a giovani ricercatori e ricercatrici sulle forme di sperimentazione che l’università promuove a supporto delle linee evolutive della disciplina.
Il Gruppo Banca Investis partecipa alla BIG proseguendo il suo percorso nel design e sostenendo la creatività. Sarà annunciato un contest dedicato ai giovani designer. L'iniziativa mira a scoprire e valorizzare i talenti emergenti del design, offrendo loro un'opportunità unica per esprimere la propria visione innovativa e mettendo a disposizione spazi unici e di grande visibilità.
Sergio Virginio Menichelli è un designer grafico milanese. Ha studiato progettazione grafica all’ISA di Monza, all’ISIA di Urbino e all’Atelir AG Fronzoni e fotografia alla scuola Umanitaria Riccardo Bauer di Milano. Dal 1990 al 1996 ha lavorato in diversi studi di design tra cui: Sottsass Associati Milano, Memo New York, Studio De Lucchi Milano. Nel 1996, con Barbara Forni e Cristiano Bottino, ha fondato lo Studio FM Milano con il quale lavora per diversi clienti italiani ed internazionali: Da più di vent’anni Sergio Menichelli si dedica molto alla didattica insegnando in molte scuole e università: dal 2001 al 2006 e dal 2018 al 2020 al Politecnico di Milano, dal 2007 al 2010 all’ISIA di Urbino, dal 2007 all’Università di Design di San Marino, dal 2020 allo IUAV di Venezia e dal 2023 all’ISIA di Roma.
La mostra intende indagare il tema della distanza: un concetto fluido e dinamico che si configura in molteplici forme, relazioni e approssimazioni. Empatia, rapporti sociali, iper-connessione, visioni microscopiche o macroscopiche sono solo alcune delle declinazioni su cui i docenti e gli studenti di comunicazione visiva di Unirsm Design hanno lavorato, interrogandosi sulla natura delle relazioni interpersonali e interspecie. In un dialogo tra l’artefatto visivo e lo spettatore, si apre un universo di riflessioni e interrogativi sulla società contemporanea e sulla sua capacità di connettersi veramente, al di là delle distanze che ci separano.
La mostra sarà inoltre arricchita da un contributo di Alessandro Bergonzoni, straordinario attore e artista, dal titolo: Per stare e non distare (vite da vicino di cose).
Migliore+Servetto, fondato nel 1997 da Ico Migliore e Mara Servetto, è uno studio di progettazione italiano con sede a Milano che ha realizzato 800 progetti in 21 nazioni, ottenendo prestigiosi riconoscimenti internazionali, tra cui tre Compassi d’Oro e tredici Red Dot Design Award. Lo Studio si muove tra l’architettura, la grafica e il design con una particolare attenzione al valore dell’identità dei luoghi, concepiti sempre come spazi narrativi, sviluppando in parallelo un’attività di ricerca costante nell’uso della luce e delle nuove tecnologie. Infatti, Ico Migliore è Professore al Politecnico di Milano, Chair Professor alla Dongseo University di Busan (Corea del Sud) e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Franco Albini; mentre Mara Servetto è Visiting Professor alla Joshibi University di Tokyo dal 2009. Tra le imprese e istituzioni che si sono affidate allo Studio ci sono realtà come Max Mara, Tod's, Giorgio Armani, Adidas, Lexus, Samsung, Whirlpool, Bombardier, New York Times, Wallpaper*. Portano la firma di Migliore+Servetto interventi per alcune delle principali destinazioni culturali in Italia ed Europa, come il Museo di Storia Naturale di Milano, il Museo Egizio di Torino, il Museo Miramare di Trieste, il Museo Chopin di Varsavia, l’ADI Design Museum di Milano. In tema di design urbano, M+S ha firmato il progetto d el Blue Line Park a Busan, in Corea del Sud, inoltre cura l’art direction e il coordinamento degli interventi pubblici nelle aree del common ground di MIND, Milano Innovation District, dove ha realizzato anche il wayfinding. In occasione della XXII Triennale, Broken Nature, ha realizzato il Padiglione Italia, 4 Elements /Taking Care, di cui Ico Migliore è stato anche co-curatore e art director. Nel 2022 lo Studio ha progettato gli interni della nuova sede di The Human Safety Net, la Fondazione sociale del Gruppo Generali, all’interno delle Procuratie Vecchie in piazza San Marco a Venezia.
Museum Seed. The Futurability of Cultural Places è il titolo del nuovo libro firmato e progettato da Ico Migliore e Mara Servetto (Migliore+Servetto), edito da Electa con il supporto dell’Istituto di Cultura Italiana a Seoul, che offre una visione sul futuro del progetto di architettura e di design degli interni per gli spazi di cultura. Come un seme, il museo cresce, si trasforma e si estende in una sua versione “aumentata”, in costante evoluzione, che muovendosi tra conservazione e narrazione si apre a forme di accessibilità e inclusione inedite. Abitare gli spazi di cultura richiede oggi una nuova progettualità capace di integrare progetto di architettura, design e grafica nell’incontro con l’evoluzione delle tecnologie, delle neuroscienze e dell’intelligenza artificiale. Attingendo alla lunga ricerca e pratica che lo Studio ha sviluppato negli anni di attività, il volume mira ad ampliare l’indagine chiamando a raccolta molteplici voci del mondo della cultura: direttori, curatori, collezionisti, accademici, architetti, designer, giornalisti, psicologi si confrontano sul tema del futuro degli spazi per la cultura.
Armando Milani, una delle più importanti figure internazionali della grafica italiana, membro dell’Alliance Graphique Internationale, di cui è stato presidente per tre anni, lavora tra Milano e New York e ha collaborato con Antonio Boggeri, Giulio Confalonieri, Massimo Vignelli. Le Nazioni Unite hanno diffuso un suo poster nel 2004 e una collana di opere Human Design Collection. Ha insegnato Graphic Design alla Cooper Union all’Art Director Club a New York, all’Università di Pechino, alla University of Kansas, alla Parsons School a Santo Domingo, alla Mexico University ad Acapulco, all’Università per stranieri a Perugia, all’Istituto Europeo di Design, al Politecnico di Milano e alla Raffles Milano.
Armando Milani è da sempre impegnato a stimolare l’interesse verso problematiche sociali di entità globale, quali guerra, inquinamento, deforestazione, attraverso manifesti di grande impatto raccolti sotto il nome di Eco-Humanity.
Eco-Humanity è un'opera senza una committenza specifica che affronta — già prima di altri — temi sociali, ambientali e di denuncia attraverso una sensibilità unica, espressa in immagini e messaggi grafici semplici ma potenti: il focus è il futuro dell’uomo dal punto di vista delle macrosfide con cui si confronta.
Giovedì 23 le mostre in Milano Certosa District saranno aperte dalle 13.30 alle 18.00
Cento incontri, fortuiti e inattesi, voluti e desiderati, attraverso cui si delinea per aneddoti e immagini la biografia di Armando Milani, designer di fama internazionale, e che maggiormente hanno influenzato il suo lavoro e ispirato le sue scelte creative. A fianco alla storia di ogni incontro troviamo una foto o un lavoro in relazione al personaggio, in perfetta sintonia con lo stile espressivo di Milani: comunicare un messaggio immediato, che seduca l’occhio per arrivare al cuore. Le mollette di Vico Magistretti, le ciliegie per Jack Nicholson, il buon anno sulla spiaggia da Paul McCartney, i gol di Pelè, la stretta di mano di Muhammad Ali, i mercati di Alberto Sordi e i marinai ubriachi di Umberto Eco. Milani che balla con Mariangela Melato e sua moglie in valzer con Saul Steinberg. Ne emerge un mosaico disseminato di storie, che permette di andare in profondità non solo su quella che è la biografia di Armando Milani, ma anche sul messaggio che vuole darci, che contraddistingue le caratteristiche fondanti della sua ricerca espressiva: alla base degli incontri l’etica, l’amicizia, il desiderio e la necessità di comunicare. È anche per questo che il suo segno grafico è così speciale, perché va all’essenza delle cose, diventando così indelebile e fuori dal tempo.
Maurizio nasce a Milano dove segue i corsi di Albe Steiner all’Umanitaria. Compie i primi passi con Giulio Cittato e Armando Milani. I suoi progetti sono orientati principalmente su loghi, immagini aziendali, programmi di wayfinding e poster culturali. Intensa l’attività didattica tra scuole private e università. Nel 2005 consegue la laurea ad honorem in scienza della comunicazione all’Università Isfoa.
Certamente tutti i designer hanno nel cassetto diversi "dispiaceri", progetti commissionati, creati e seguiti con professionalità, ma che non sono mai stati realizzati e che viviamo come "incompleti". Mi riferisco in particolare a progetti di immagine, progetti in cui creatività e complessità ne rendono evidente il concetto di "design" nell’accezione più anglosassone del termine... In linea di massima parte di questi "incompleti" sono figli a volte di briefing imprecisi, a volte di un disallineamento culturale con i nostri interlocutori, altre volte perchè il design subisce diversi passaggi burocratici all’interno delle aziende, per cui i diversi pareri erodono il progetto iniziale facendolo scadere verso linguaggi più soliti e quindi meno nostri. Capita anche che questi progetti restino incompleti per ragioni completamente esterne all’incarico. Un esempio significativo di un sentito "dispiacere" è il marchio per la Metropolitana Milanese di Bob Noorda. Un "incompleto" per l’autore, per il mondo del graphic design e per Milano.
Giovedì 23 le mostre in Milano Certosa District saranno aperte dalle 13.30 alle 18.00
Il rapporto tra designer, progetto e committente. Un’occasione per riflettere sulle inevitabili discrepanze tra ideazione e realizzazione, e sulla necessità di riconoscere e affrontare il dispiacere come parte integrante del processo di design.
I caratteri e le tecnologie di Monotype sono progettati per consentire l'espressione creativa. Dispongono di una libreria di oltre 150.000 font provenienti dai type designer e dalle fonderie più celebri e dotati del mondo. La loro libreria include alcuni dei font più famosi e ampiamente utilizzati, come le famiglie di caratteri Helvetica®, Univers® e Frutiger®, oltre a nuovi font innovativi come Posterama e Masqualero. Nelle mani dei designer i loro caratteri tipografici fioriscono, diventando veicolo di forme di espressione innovative, poetiche e di idee.
Monotype condividerà omaggi di design con i partecipanti nel corso dell'evento.
I caratteri e le tecnologie di Monotype sono progettati per consentire l'espressione creativa. Dispongono di una libreria di oltre 150.000 font provenienti dai type designer e dalle fonderie più celebri e dotate del mondo. La loro libreria include alcuni dei font più famosi e ampiamente utilizzati, come le famiglie di caratteri Helvetica®, Univers® e Frutiger®, oltre a nuovi font innovativi come Posterama e Masqualero. Nelle mani dei designer i loro caratteri tipografici fioriscono, diventando veicolo di forme di espressione innovative, poetiche e di idee.
Visita il loro tavolo per saperne di più!
Giovedì 23 le mostre in Milano Certosa District saranno aperte dalle 13.30 alle 18.00
Sociologa dei processi culturali, presso l’Università Statale di Milano, consegue un PhD in Filosofia della conoscenza presso Planetary Collegium, Plymouth University (UK). Dal 1999 collabora con istituti internazionali di ricerca (Università Statale di Milano, Eurisko, Doxa, RQ Qualitative Research, Synergia), riviste ed enti di comunicazioni. Dirige l’Area Communication and Graphic Design di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, dove insegna dal 2004 Sociologia dei Processi Culturali e Scenari Futuri (corso vincitore del Premio Eccellenza Formazione 2023). Di recente ha progettato il Master Comunicazione dell'Innovazione Sostenibile, collaborando anche con il Comune di Milano, assessorato Verde-Ambiente. Partecipa a diverse piattaforme interdisciplinari e interuniversitarie in collaborazione con associazioni e istituzioni formative (Libera, Università Statale, Università Bocconi, Università Cattolica, Politecnico di Milano). Tra le ultime pubblicazioni University must be saved! Digital Automation in Educational Field e Una cosa come questa potrebbe andare bene?
Tra le maggiori cause della scarsa accessibilità dei sistemi di segnaletica attuali ricorre il modello generalista riferito all’utente medio, una mancata comunicazione nella progettazione degli spazi pubblici e “non luoghi”. A partire da una genesi culturale delle pratiche di esclusione, il talk affronta il necessario cambio di paradigma nella progettazione di sistemi di segnaletica/ wayfinding inclusivi.
A cura dell’Area Communication and Graphic Design di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti.
Esposizione delle tavole di segnaletica/wayfinding realizzate dagli studenti del Triennio in Graphic Design e Art Direction di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, guidati dal docente Luca Ferreccio nei corsi di Brand Design e Scenari Futuri, con Patrizia Moschella, Communication and Graphic Design Area Leader.
Nonostante l’attenzione per le politiche di inclusività, sono ancora evidenti le lacune progettuali affrontate nei corsi con l’obiettivo di generare nuove best practices nell’ambito della comunicazione e dell’accessibilità.
Giovedì 23 le mostre in Milano Certosa District saranno aperte dalle 13.30 alle 18.00
School of Non-Knowledge Exhibition
Bringing together projects from thirty different universities, design schools and design groups from all over the world, the Scuola del Non Sapere exhibition at BIG, Biennale Internazionale Grafica, is a small extract from this enormous confrontation with all the things we don't know, what we don't want to know, and what we have voluntarily or involuntarily forgotten. At a time when the world's leaders continue to assert that they don't know, it's up to designers to make these uncertainties intelligible, as well as to reveal these pretenses, to represent them, to make them explicit, and to consider them as a necessary basis for any truly democratic debate, as well as for any creation. The exposition presents several of this pedagogical panels done by the students of Communication and Graphic Design Area of NABA, Nuova Accademia di Belle Arti.
https://civic-city.org/nonsapere/
Curated by the Communication and Graphic Design Area of NABA, Nuova Accademia di Belle Arti and by Ruedi & Vera Baur and Susanna Cerri, Civic-City.
Tra le maggiori cause della scarsa accessibilità dei sistemi di segnaletica attuali ricorre il modello generalista riferito all’utente medio, una mancata comunicazione nella progettazione degli spazi pubblici e “non luoghi”. A partire da una genesi culturale delle pratiche di esclusione, il talk affronta il necessario cambio di paradigma nella progettazione di sistemi di segnaletica/ wayfinding inclusivi.
A cura dell’Area Communication and Graphic Design di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti.
L’esposizione presenta una selezione di pannelli rappresentativi dei progetti realizzati negli ultimi 15 anni nel corso di Laboratorio Creativo dagli studenti del Triennio in Graphic Design e Art Direction di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, in collaborazione con aziende, associazioni e imprese di fama nazionale e internazionale, tra cui Centri Porsche di Milano, San Benedetto, Venchi, Rolling Stone e molti altri. Il Laboratorio Creativo è nato con il preciso intento di fare da ponte tra il mondo accademico e il mondo professionale, proponendo brief reali agli studenti del terzo anno del Triennio.
Luca Negri, Milano 1956. Graphic designer, esperto di brand identity, ideatore di segni, testi e codici visivi, da sempre si interessa al rapporto tra complessità dell’immagine globale e dettaglio delle singole componenti. Dopo il liceo classico interrompe la facoltà di architettura per continuare lo studio grafico del padre Ilio prematuramente scomparso. Nel 1983 fonda con Marta Amati lo studio Luca Negri & Associati, di cui è tutt’oggi titolare. Art director di Negri Firman PR & Communication e docente di Brand Identity allo IED di Milano.
La mostra è dedicata al contributo di Ilio Negri alla grafica sociale.
Viene nuovamente presentata la serie completa dei 13 manifesti esposti alla Biennale di Rimini del 1970 che affrontava i temi del progressivo degrado delle condizioni ambientali, dall'inquinamento alla sovrappopolazione, alla distruzione delle specie animali. Temi di straordinaria attualità, riproposti a distanza di oltre cinquant’anni da uno dei grandi maestri della grafica italiana prematuramente scomparso nel 1974.
Giovedì 23 le mostre in Milano Certosa District saranno aperte dalle 13.30 alle 18.00
Catharin Noorda, architetto, si laurea al Politecnico di Milano e apre con l’architetto Mauro Schiavon lo studio AArchitetti studio associato. Negli anni lo studio ha affrontato numerosi progetti sia d’interni che di edilizia di nuova costruzione in ambito privato e pubblico. Una delle tematiche maggiormente approfondite riguarda i centri Fitness e le area benessere SPA, dove l’esperienza ormai più che ventennale ha dato un importante contributo nel svilupparne il ruolo dell’architetto nella definizione innovativa sia degli spazi che delle logiche funzionali, in sinergia con brand nazionali ed internazionali in un settore sempre in continua trasformazione.